Ravenna, nuovi collegamenti per l’hub, Riccardi (Messina&C): «puntiamo su acciaio e rinfuse»
Elena Nencini
Un incremento dei collegamenti ferroviari con il nostro porto, ma non solo: ecco i nuovi progetti che Ignazio Messina & C, storica compagnia di navigazione genovese, sta intraprendendo con Ravenna: intanto il primo treno tra l’hub bizantino e il Terminal Intermodale Messina di Segrate ha trasportato 1100 ton di merce varia, utilizzando venti vagoni.
Massimiliano Riccardi, Ports terminals e Logistics General Manager Ignazio Messina & C, parla di come il porto di Ravenna sia la naturale infrastruttura per i collegamenti ferroviari, principalmente su Dinazzano e Segrate.
Riccardi, cosa rappresenta per la vostra azienda il porto di Ravenna?
«Il porto di Ravenna rappresenta la porta di accesso dal mare alla nostra infrastruttura logistica di Dinazzano: questo nostro terminal intermodale è un importante snodo nel network Messina. La giornaliera relazione con il terminal IMT del porto di Genova e la grande potenzialità di connessione rispetto a Milano Segrate, oltre che verso il sud, ci consente di porci sul mercato come un logistico integrato al completo servizio dei nostri clienti e partners. Il porto di Ravenna poi, essendo fortemente orientato verso le merci varie e project cargo, sposa bene la nostra vocazione di diversificare più possibile le nostre attività. Quindi non solo containers, ma anche e soprattutto acciaio e rinfuse sono il nostro target».
Avete aggiunto un nuovo servizio ferroviario da Ravenna a Segrate. Intendete incrementare ulteriormente i collegamenti con il nostro hub?
«Sicuramente. Infatti la nostra attenzione, come detto in premessa, è rivolta non solo al segmento containers ma anche soprattutto a quello degli acciai e delle merci varie in generale. Questo primo collegamento si rivolge appunto al segmento dell’acciaio, ma il nostro desiderio e di ritornare significativamente nell’ambito delle rinfuse. Segmento del resto storico per la Messina, che già negli anni ‘90 aveva collegato diverse aree del nord Italia e del centro con il proprio network logistico.
Ecco anche perché stiamo portando avanti questo strutturato piano di potenziamento della logistica integrata del gruppo Messina sia in Italia che all’estero. È storicamente la vocazione dell’azienda. Un’azienda fortemente orientata alle attività “multipurpose” e project già dal dna».
La creazione della Zona logistica semplificata avvantaggerà la vostra azienda?
«Speriamo proprio di sì. È certamente un “marketing tool” straordinario che può stimolare ed agevolare il lancio delle infrastrutture. Un terminal necessita di investimenti e non è mai facile giustificarli nella prima fase di lancio, quindi ogni strumento che agevoli e spinga il mercato nella crescita dei flussi può divenire determinante».
Quali saranno i settori in crescita per il futuro a livello di merci, secondo lei?
«La nostra attenzione è rivolta ai vari segmenti merceologici che non viaggiano solo in containers ed in particolare alle materie prime in generale, perché siamo convinti che vivranno un significativo trend di crescita. Gli ultimi anni pandemici, hanno certamente insegnato che il nostro sistema paese deve ritornare a spingere fortemente sul manifatturiero e riappropriarci delle nostre storiche capacità di esportazione. Per esportare prodotti finiti italiani, necessitiamo di materie prime ed energia. L’equazione è semplice e ci induce a spingere sulla logistica integrata che può divenire chiave di volta nell’agevolare e spingere questo processo. In tutte questo, con l’ambizione di trasferire sempre più merci via ferro riducendo i colli di bottiglia nella circolazione del traffico e dei flussi».