Ravenna Festival si declina tra suoni, parole e danza fino al 13 luglio in un intenso programma

Emilia Romagna | 23 Maggio 2025 Cultura
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Elena Nencini
Il tema della XXXVI edizione 2025 di Ravenna Festival induce una riflessiona al ivello globale. Una frase presa dal «Don Chisciotte » di Cervantes dove lo scudiero Sancho Panza dice «Donde hay música no puede haber cosa mala», ovvero «dove c’è musica non ci può essere alcun male». Ma è anche  l’occasione per riflettere sul coraggio e la trasformazione di questo valore, dalla tradizione epica al cavaliere errante di Cervantes, fino al significato che l’eroismo può assumere ai giorni nostri: il coraggio civile e spirituale, il coraggio di ricominciare, di creare e sperare.  Se la musica è una garanzia contro il male, come suggerisce Sancho, è perché la cultura e le arti sono strumenti per creare connessioni in un’epoca che separa, nega, dimentica.  
Il programma proposto da Ravenna Festival, dopo l’esordio con «Romagna in fiore», continua con una serie di anteprime come i tre concerti realizzati in collaborazione con il Festival delle culture. E’ la prima rassegna mai realizzata in Italia - e in un momento così tragico - dedicata alla diaspora palestinese,  una musica per dare voce alla nostalgia per la propria terra. Ne saranno espressione al Teatro Alighieri Kamilya Jubran venerdì 23, i 47Soul sabato 24 e Bashar Murad domenica 25.
La sezione della Sinfonica continua a portare grandi direttori d’orchestra a Ravenna: infatti se il 31 maggio Riccardo Muti sarà sul podio dell’Orchestra Cherubini per il concerto inaugurale con il violinista Giuseppe Gibboni, nei due giorni successivi guiderà cori provenienti da tutta Italia in lezioni e prove su pagine verdiane, dal Nabucco al Macbeth a I Lombardi alla prima crociata con Davide Cavalli al pianforte. L’appuntamento è parte di Cantare amantis est, rassegna curata da quest’anno da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi.
Muti guiderà poi la Cherubini in un secondo concerto, sabato 5 luglio,  in cui il programma prevede e la Sinfonia n.5 di Beethoven, la Sinfonia n.4 di Mendelssohn, la sinfonia da I vespri siciliani di Verdi. Ma la Cherubini sarà impegnata anche sabato 7, al Teatro Alighieri, con la direzione di Andrea Molino, in «Heiner Goebbels. Surrogate Cities» in una produzione di Ravenna Festival. Heiner Goebbels è uno dei più importanti e originali compositori del nostro tempo, nonché regista teatrale tra i più influenti in Europa, e Surrogate Cities è la sua composizione più nota ed eseguita. Vera “opera-mondo”, costruisce un organismo musicale imponente ma estremamente diversificato, multi prospettico. Sul podio del pala De Andrè saliranno anche Zubin Mehta il 26 giugno e Daniel Harding il 10 luglio rispettivamente con le orchestre del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Metha, direttore onorario a vita della famosa orchestra, punta su  la Symphonia domestica, lato meno noto di Richard Strauss, che si abbandona a un idillio familiare privato, in una delle pagine più intime e poetiche della sua musica. Il direttore lo accosta all’unico Concerto per violino di Beethoven con la giovane enfant prodige Amira Abouzahra, violinista che si è già imposta come uno dei talenti più brillanti della sua generazione. Harding, oggi una delle bacchette più prestigiose del panorama internazionale, dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il programma prevede Blumine, uno degli Andanti più ispirati di Mahler, ma riemerso solo nel 1966, diventando un pezzo sinfonico autonomo. Harding lo accosta alla più intima delle sinfonie di Brahms, la Seconda, che in questo programma incastona l’alfa e l’omega del Tristano e Isotta di Wagner, dove la musica diventa un oceano di luce. 
Infine Accademia Bizantina con il direttore e solista Alessandro Tampieri, martedì 17 giugno, al Teatro Alighieri, è impegnata in un omaggio a Vivaldi.  Nel programma non mancano pagine contemporanee come quelle di Luciano Berio e Max Richter. 
Danza, da Morricone al galà maschile
Cinque gli spettacoli di danza a partire dall’omaggio, sabato 14 giugno, a Micha van Hoecke con la sua «La dernière danse?» con il Balletto di Roma.  Aterballetto invece sarà presente il 19 giugno al Pala De Andrè con «Notte Morricone» dove Marcos Morau, coreografo di punta della danza contemporanea, compie un’incursione fra l’onirico e il fantastico, tratteggiando un ritratto personalissimo del compositore più amato dal cinema internazionale. Al Museo Classis venerdì 20 giugno la compagnia di Bologna torna con  «Micro Danze» progetto di performance danzate per esplorare il patrimonio storico-archeologico.I pezzi da danzare sono concepiti in uno spazio minuscolo, ai quali è possibile assistere in successione come se si stesse visitando un museo. Infine chiude domenica 13 luglio il Gala internazionale di danza «Les étoiles pour homme, con alcuni dei solisti più importanti del panoramainternazionale da Sergio Bernal a Matteo Miccini, a Simone Repele a Sasha Riva e altre stelle del mondo della danza. 
A Mi.Ma. il Trebbo in musica 2.5
Dal 14 giugno al 9 luglio, sette appuntamenti d’autore all’arena dello stadio dei Pini di Milano Marittima, alle 21.30, immersi nel verde. Eventi fra musica e parole inizia il 14 giugno con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia e «Il romanzo della Bibbia» con musiche live di Giovanna Famulari. Il 18 giugno Mario Tozzi e il jazzista Enzo Favata proporranno una disamina geologico-musicale del Mediterraneo. Prosegue la rassegna Dardust con il suo «Urban Impressionism», il 24 giugno, mentre il 25 giugno, omaggio a Pino Daniele con i musicisti Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello. Il 29 giugno Alessio Boni porta La Traviata sono io, su testo di Filippo Arriva, mentre il 2 luglio Carlo Lucarelli sale sul palco con la nuova produzione Ravenna Festival. Conclude la rassegna, il 9 luglio, la cantante Arooj Aftab, vincitrice di un Grammy Award, con il suo più recente album «Night Reign», un disco “notturno” sospeso fra jazz e folk pakistano, minimalismo e filosofia Sufi.
Russi e Lugo dal jazz al folk
Ravenna Festival ama contaminare i territori circostanti. Tre i concerti al Pavaglione di Lugo e due quelli a Russi a palazzo San Giacomo.  Si parte al Pavaglione venerdì 20 con Uri Caine in «The Passion of Octavius Catto», concerto tra gospel, linguaggio classico-contemporaneo e jazz. Sabato 21 sul palco salirà la coppia Enrico Rava & Stefano Bollani, che torna insieme  pescando dagli  standard del jazz, ma anche dalla musica brasiliana, dalla canzone italiana e da brani originali. Chiude domenica 22 Malika Ayane accompagnata dall’Orchestra La Corelli, tra soul music, jazz e la grande tradizione della canzone d’autore. Palazzo San Giacomo a Russi ospiterà due concerti: sabato 28 giugno «La lunga notte irlandese», con Derek Hickey, Mic O’Brien, Ciara Nì Bhriain, Birkin tree e Dervisch, dove la musica irlandese si mischia con il folk locale. Domenica 29 «La notte dello Spiritual Jazz» è un omaggio alle donne del jazz e ad Alice Coltrane con Lakecia Benjamin e un ensemble stellare, con il veterano Hamid Drake, il sassofono di James Brandon Lewis, Jan Bang e il geniale pianista Jamie Saft.
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