Ravenna, 45 assunzioni per la Cooperativa portuale. Di Martino: «un protocollo innovativo»

Elena Nencini
In vista di un futuro più che roseo la Cooperativa portuale di Ravenna assumerà 45 persone, in maniera tale da garantire piena operatività e maggiore velocità nelle operazioni di carico e scarico della merce nei prossimi anni. A sancire questa prospettiva un protocollo firmato tra Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale (AdspRa), Cooperativa Portuale di Ravenna e le diverse imprese terminalistiche del porto. Il Protocollo, come precisa Daniele Rossi, presidente AdspRa, «è nato per favorire la qualificazione e riqualificazione dei lavoratori portuali, con il fine di accrescere ulteriormente i livelli di sviluppo, efficienza e sicurezza delle operazioni portuali. Infatti, grazie alla firma dell’accordo si potrà garantire la piena operatività del porto nei prossimi anni, e rendere ancor più veloci ed efficienti le operazioni portuali».
Denis Di Martino, direttore di Compagnia portuale, che è il soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro portuale temporaneo, commenta soddisfatto la firma.
Un bilancio di fine anno?
«Sta andando bene. Il 2022 sta funzionando bene, sta continuando il trend degli ultimi 9 mesi del 2021. Il lavoro portuale è altalenante e discontinuo, ma il mercato risponde bene al momento. Come dimostra anche la firma di questo protocollo».
In cosa consiste?
«Abbiamo firmato un protocollo d’intesa tra Cooperativa portuale, AdspRa e 22 imprese che lavorano al porto di Ravenna. La nostra Cooperativa si impegna ad assumere 45 nuovi ragazzi tramite la società interinale, e nel 2023 faremo anche 20 nuovi soci, a tempo indeterminato. L’AdspRa si impegna a finanziare una parte dei fondi che serviranno alla formazione: sono costi importanti perché necessitano di formazione qualificata in vista anche dei nuovi lavori. Si aprirà uno scenario importante con traffici nuovi e diversi. Abbiamo bisogno di essere pronti: le imprese invece si impegnano a coprire eventuali costi aggiuntivi per la formazione di questo personale. Siamo molto orgogliosi di questo protocollo che speriamo possa fare scuola. E’ il primo in Italia, l’ennesima dimostrazione che tutti i soggetti del porto collaborano insieme, una bella sfida».
I lavori in porto stanno rallentando il vostro lavoro o creando qualche difficoltà?
«No, al momento non abbiamo registrato nessun inconveniente, il porto nei prossimi anni sarà un cantiere aperto e in evoluzione e bisogna continuare a fare sistema con l’obiettivo di ridurre al minimo i disagi che si creeranno. Dobbiamo rendere migliore il porto. Abbiamo bisogno di mantenere i livelli qualitativi del porto alti».