Lugo Music Festival parla il direttore Penazzi: «Apriamo luoghi insoliti, spesso dimenticati con musiche diverse»

Dal 7 giugno al 3 luglio torna Lugo Music Festival, il progetto culturale che punta a portare la musica in luoghi insoliti, spesso dimenticati, trasformandoli in palcoscenici pieni di suggestione: pievi medievali, giardini segreti, archivi vintage, vigne al tramonto, biblioteche e parchi urbani diventano teatri all’aperto in cui la musica si intreccia con il paesaggio. Dalla classica al jazz, dall’elettronica sperimentale al circo il direttore artistico della manifestazione, Matteo Penazzi, racconta l’edizione di quest’anno, che apre sabato 7 giugno con un concerto all’alba, alle 6 del mattino. Il Triplo Concerto di Beethoven sarà eseguito in piazza Baracca dall’Orchestra La Corelli, diretta da Jacopo Rivani, e il Trio René.
Chiediamo a Penazzi i punti principali di questa edizione. «E’ un programma molto più ampio rispetto a edizioni passate, puntiamo dalla classica al jazz all’elettronica, con uno spirito molto eterogeneo. Penso al concerto di Teo Tehardo dell’8 giugno che suonerà nel giardino privato di Angelo Vintage Archive, il pubblico sarà sdraiato per terra al buio. Sempre qui, il 24 giugno ci saranno le water bowles dell’artista franco-giapponese Tomoko Sauvage con il suo poetico concerto per acqua, porcellane e microfoni sommersi. Ma è anche l’occasione per conoscere lo spazio dell’archivio di Angelo vintage che non è mai aperto al pubblico».
Si tratta di 12 eventi, continua Penazzi: «di cui 5-6 in micro luoghi come una pieve sempre chiusa che accoglierà le musiche di due virtuosi del jazz come Mirabassi e Zanchini. Ascolteremo anche le sei Suites di Johann Sebastian Bach in un concerto itinerante senza precedenti. Sono microluoghi che accendono il piccolo esploratore che è in noi, la curiosità per luoghi e musiche diverse. Non puntiamo sicuramente al grande concerto affollato dove manca l’esperienza personale».
Un’idea nata, spiega Penazzi: «Dalla mia tesi di laurea, sono diplomato in violino ed ho lavorato in giro per il mondo con tanti artisti e orchestre da tutto il mondo orientale. Ma mi piace il senso di intimità dei microluoghi e la capillarità degli eventi sul territorio. Sento la vocazione di curare eventi con questo taglio, ci saranno concerti dove si mangia tra filari di viti al tramonto con la musica di Chicco Capiozzo e Soul Machine ed il cantante Kenn Bailey il 12 giugno. E così nascono altre collaborazioni, un signore mi ha detto “Allora venite a casa mia il prossimo anno”. E’ una sorta di co-creazione artistica che coinvolge tutti». (e.nen.)