Guido Tampieri - Oh, si, ci vuole talento. Tanta vana vanità. Un irrisolto complesso di impotenza. Per confezionare un capolavoro del genere. Indifferente alle sorti dell’Italia, consegnata a un oscuro destino senza nemmeno combattere. Al termine di uno sterile confronto fra le molteplici caricature di una sinistra e di un’area progressista incapaci di mettere assieme quattro coordinate liberal-socialiste per provare a dare ai contemporanei un presente migliore e ai nipoti un futuro desiderabile. Adesso sono lì che si passano il cerino, che cianciano di successi elettorali di partito. Che non ci saranno, perché ad essere annientata è la credibilità di ciascuno e di tutti e quand’anche per qualcuno ci fossero serviranno a niente. Cosa importa se il PD diventerà il primo partito, cosa importa se il Polo dei rancorosi varcherà la soglia del 5%, se i grillini riscopriranno i loro spiriti animali sotto la guida di un doroteo, se Fratoianni e Bonelli assieme varranno un po’ più di quel poco che valgono separatamente. Quando tutte queste strade non portano da nessuna parte, quando la somma non da alcun risultato. Un cupio dissolvi che è un oltraggio alla ragione prima che alla politica. A che scopo scrivete programmi, come fate a impegnarvi per cose che sapete di non poter realizzare? Avete reso il nostro voto inutile. Avete ucciso la speranza. Dite che ci mettete la faccia ma noi rischiamo di rimetterci la pelle.