Credito, intervista al ravennate Patuelli (presidente Abi): «Moratoria dei mutui utile, aspettiamo l'ok dall'Europa»

Emilia Romagna | 17 Settembre 2022 Economia
Manuel Poletti - «Siamo di nuovo in emergenza economica e finanziaria in Europa. Sarebbe utile una nuova moratoria mutui per famiglie ed imprese, da mesi come Abi sollecitiamo le Autorità europee. Il rialzo dei tassi della Bce? L’inflazione non si può combattere solo con misure di carattere monetario».
Il presidente Antonio Patuelli, ravennate, da 5 mandati alla guida dell’Associazione bancaria italiana (Abi) analizza in questa intervista il momento difficile per imprese e famiglie italiane e non solo.
Presidente Patuelli, la situazione economica per l’Italia è di nuovo molto critica, fra boom dei costi di gas ed energia ed effetto dell’elevata inflazione. E’ possibile una nuova moratoria dei mutui per famiglie e imprese, come successe nel 2020 con l’arrivo della Pandemia ed i successivi lockdown?
«L’Occidentale, l’Europa ed anche l’Italia vivono un’emergenza economica e finanziaria a seguito dell’estrema crescita dei prezzi dell’energia che rappresenta la prima causa del ritorno della rilevante inflazione. Di fronte all’emergenza pandemica, nella primavera del 2020, furono assunte decisione efficaci da parte delle Autorità europee ed italiane, fra le quali le moratorie: sono convinto che sarebbero utili nuove moratorie, innanzitutto per le imprese ed anche per le famiglie che lo necessitassero (molte hanno, invece, mutui a tassi fissi). Quindi, da mesi sollecitiamo come Abi le competenti Autorità europee e nazionali di  permettere nuove moratorie».
Il quadro critico avvolge tutta l’Europa, la Bce ha deciso per la linea dura: negli scorsi giorni ha alzato i tassi d’interesse di uno 0,75%, portando il tasso di riferimento dallo 0,50% all’1,25%. L’obiettivo è quello di frenare l’inflazione. E’ la strada giusta? Che effetti ci saranno sui tassi dei mutui di famiglie e imprese in Italia?
«La Bce è cronologicamente l’ultima delle grandi banche centrali europee ed americane ad aver alzato i tassi di interesse, non raggiungendo però i livelli di questi altri istituti centrali. L’1,25% è un tasso che l’Italia non ebbe mai quando aveva la lira come moneta, che subiva tassi di gran lunga superiori. Nonostante questo, in Italia, negli anni Cinquanta e Sessanta, si realizzò anche il “miracolo economico”. Le decisioni delle banche centrali (come le sentenze definitive della Magistratura) sono inappellabili. Confido che le decisioni della Bce siano efficaci a ridurre l’inflazione che non può, però, essere combattuta soltanto con misure di carattere monetario».
Lei più volte ha sottolineato la necessità di abbassare sensibilmente le tasse sui risparmiatori. Tra flax tax o taglio del cuneo fiscale, lei che consigli si sente di dare a chi si candidata a governare il nostro Paese dopo il 25 settembre?
«Sto lontanissimo dalle polemiche politiche. Come Associazione Bancaria, già in piena estate, abbiamo inviato a tutti i partiti un documento programmatico di ampio respiro e prospettive anche per favorire gli investimenti dei risparmiatori con finalità non speculative. Questa è la bussola per incoraggiare (mai costringere) i risparmiatori a investire parte delle loro liquidità in strumenti finanziari che sostengano la ripresa delle imprese e dell’occupazione in Italia».
Secondo lei la situazione economica che si sta prefigurando per i prossimi mesi, è addirittura peggiore della prima fase del Covid, come molti analisti sottolineano nelle ultime settimane?
«Non competo mai con i previsori che, peraltro, debbono fare poi, molto spesso, autocritica. Non bisogna limitarsi a discutere sulle previsioni economiche, ma soprattutto impegnarsi al massimo per ottenere i migliori risultati, a cominciare dal favorire la competitività delle imprese e delle produzioni italiane, e per la tutela del lavoro e del risparmio».
Infine, le banche italiane, dopo l’importante sforzo fatto fra 2020 e 2021 per fronteggiare gli effetti della Pandemia, cosa possono fare per sostenere ancora le piccole imprese, oggi molto sofferenti dal punto di vista del credito?
«Le banche continuano a fare quotidianamente ogni sforzo per sostenere innanzitutto le piccole e medie imprese, ma le banche debbono rispettare le regole imposte dalle Autorità europee e nazionali. In questa nuova emergenza energetica, oltretutto senza che la pandemia sia davvero completamente estinta, occorre da parte delle Istituzioni, delle banche e delle imprese quel convergente spirito emergenziale che è stato ben sperimentato nel biennio della più acuta pandemia».
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