Cittadinanza, alla Camera l’intervento dell’onorevole Pd ravennate Bakkali, diventato virale sul web
Nell’ambito della discussione in Parlamento della mozione del Partito Democratico che ha anticipato la proposta di legge sulla riforma della cittadinanza a prima firma Ouidad Bakkali, la deputata è intervenuta a per sottolineare l'importanza di garantire diritti a chi contribuisce attivamente alla crescita del nostro Paese.
Nel suo discorso, Bakkali ha condiviso la sua esperienza personale: arrivata in Italia a soli 2 anni, ha ottenuto la cittadinanza italiana a 23, testimoniando in prima persona le difficoltà e l'attesa che molti giovani vivono oggi. Ha evidenziato l'urgenza di un cambiamento che rifletta una società sempre più inclusiva e giusta, un tema centrale nel cuore di tanti cittadini come dimostra il successo della raccolta di firme per il referendum e il grande interesse che si è generato sul web per le sue parole.
«Le mie note biografiche – ha detto nell’intervento diventato virale in poche ore - rappresentano la storia di migliaia di bambini in Italia e sulla cittadinanza i bambini non sono tutti uguali: voi pensate solo a mandare in galera le persone che non vi piacciono. Noi, invece, costruiamo politiche affinché i bambini siano tutti uguali.
La vostra ipocrisia e ideologia si scontra con la mia faccia che rappresenta la narrazione che svaluta continuamente i nuovi italiani che nascono e crescono in Italia, un Paese che non si accorge di loro e che viaggiano in ultima classe per quanto riguarda diritti sociali, civili e politici.
La mozione del PD pensa all'Italia di oggi e vuole preservare il futuro dove tutti i giovani partecipano insieme, senza cittadini di serie A e B. Quelle persone che, a differenza di quanto affermate, ottengono la cittadinanza dopo 15 anni, non dopo 10.
Bisogna parlare con rispetto della popolazione straniera che vive in questo Paese: rappresentano l'8% del Pil e non sono solo braccia o schiavi, ma sono portatori di diritti in quanto persone. La cittadinanza come concetto premio a cui pensa il governo è fallimentare e discriminante.»