Agricoltura, gelo nella notte anche in Romagna, Coldiretti e Confagricoltura: "Strage di frutta e verdura"

Emilia Romagna | 24 Marzo 2020 Economia
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L’improvviso abbassamento delle temperature che sono scese anche di molti gradi sotto lo zero per oltre 10 ore ha provocato gelate estese nei campi coltivati in tutta l’Emilia-Romagna, con pesanti danni a frutta e verdura, in grande anticipo per effetto di un inverno bollente (nella foto campi ghiacciati con impianti antibrina nella zona di Modigliana).
È quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti regionale dal quale si evidenzia una situazione di difficoltà per l’arrivo della perturbazione dall’Europa sud orientale con il ritorno della neve dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento. A Modena i più colpiti sono i ciliegi e i susini, seguono peri e meli. Nel bolognese – fa sapere Coldiretti Emilia Romagna – gravi danni ad albicocchi, duroni, peschi e susini e problemi anche per la barbabietole appena nate. In Romagna danni importanti ad albicocchi, peri e meli, oltre alle pesche alle nettarine, che avevano già terminato la fioritura e sono rimasti sotto zero per circa dieci ore, fra ieri notte e stamattina. Gelate anche per i kiwi gialli, che subiscono danni gravi già a zero gradi.

La conta dei danni è già iniziata – informa Coldiretti Emilia Romagna – anche se è presto per una stima che sarà comunque di diversi milioni di euro.

Ma è allarme anche per 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dal caldo e sono uscite dagli alveari ed ora rischiano di subire pesanti perdite. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

L’agricoltura dirama il suo bollettino di guerra dopo una nottata passata sotto zero, con punte fino a 5,6 gradi centigradi nelle zone collinari. «Possiamo dire addio alla produzione di albicocche e susine della prima collina; male anche per pesche, nettarine, kiwi e per altre colture come il mais. Un flagello che diventa un incubo per gran parte delle aziende agricole perché l’emergenza Covid-19 ha di fatto rallentato l’attivazione delle polizze assicurative contro il gelo: circa il 60% delle imprese colpite non ha una copertura», dichiara il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti.

Un risveglio amaro per gli agricoltori della zona collinare dove le temperature estreme, come sottolinea il presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Ravenna, Nicola Servadei, «hanno falcidiato sul nascere albicocche e susine, pesche e nettarine; in particolare – precisa l’imprenditore - ad allegagione già avvenuta, il frutto è andato perso e stamattina lo abbiamo raccolto a terra oppure scuotendo leggermente il ramo. Non si è salvato nemmeno il kiwi, soprattutto quello giallo che è nettamente più avanti come sviluppo vegetativo rispetto al verde; sono serviti a poco pure gli impianti antibrina sia “ad acqua” che “a ventola”, pressoché inefficaci a contrastare il gelo. Danni irrecuperabili anche alle varietà di ciliegie a fioritura precoce e ai kaki già in fiore. Infine preoccupano le viti dell’alta collina faentina, allevate a cordone speronato: il germoglio è distrutto».

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