Un compleanno speciale che la Regione ha voluto “festeggiare” con il convegno di un’intera giornata in corso di svolgimento a Bologna (Terza Torre, viale della Fiera 8) “1975-2025 I nostri primi 50 anni. I consultori familiari dell’Emilia-Romagna fra passato, presente e futuro”: l’occasione per fare il punto su quanto è stato fatto e sui progetti futuri, a cinquant’anni dalla legge 405 del 1975 che li definiva come “servizi pubblici di base”. Una risposta del servizio pubblico ai bisogni delle donne, con una specificità che li ha sempre contraddistinti almeno nella loro realizzazione in Emilia-Romagna: la capacità di ascoltare il bisogno, definire il percorso, attivare la rete, offrire le competenze necessarie per una risposta adeguata.
Nati grazie alla legge 405 del 1975 come servizi pubblici di base per garantire i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, i Consultori, in Emilia-Romagna soprattutto, sono lo snodo di una rete che ha al centro la donna, in tutte le sue fasi di vita, non solo quella riproduttiva. Che si tratti di menopausa, contraccezione, violenza familiare, il consultorio è in grado di recepire il bisogno, definire il percorso, attivare la rete, offrire le competenze necessarie per una risposta adeguata alla popolazione di riferimento.
Oggi in Emilia-Romagna sono 172 i Consultori familiari, 48 gli Spazi Giovani, 39 gli Spazi Giovani Adulti e 11 gli Spazi Donne Immigrate e loro bambini. Nel 2024 in regione il 92,3% delle donne che si sono rivolte al consultorio lo hanno fatto per prevenzione oncologica e promozione della salute (47,1%), attività di ginecologia (23,4%), gravidanza, puerperio ed allattamento (11,5%) e controllo della fertilità - contraccezione (10,3%). Il restante 7,7% lo ha fatto per interruzione volontaria di gravidanza (2,8%), problematiche psicologiche-relazionali (2,2%) menopausa (0,7%), adozione/affido (0,6%) sterilità (0,4%), alimentazione (0,2%) e sessuologia (0,1%). Poco meno di un quinto delle donne che accedono ai Consultori sono straniere.