Propeller, il presidente Simone Bassi verso il rinnovo lunedì 23

Il Propeller Club di Ravenna ha rinnovato giovedì 12 novembre scorso il proprio consiglio direttivo che resterà in carica per i prossimi tre anni. Dai nomi del consiglio verranno rinnovate, lunedì 23 novembre prossimo, le cariche sociali con l’elezione del presidente che resterà in carica fino al 2018. Salvo sorprese, sarà riconfermato il numero uno uscente Simone Bassi che è anche vicepresidente nazionale in carica.
Al termine dell’assemblea dei soci della scorsa settimana si è tenuto un incontro per ragionare, insieme alle imprese del settore, sul futuro dell’oil&gas sia offshore che onshore. «Siamo assolutamente soddisfatti sia per le numerose presenze che per il messaggio unanime uscito dall’incontro - commenta Bassi -. Tutti gli attori (istituzioni, associazioni di rappresentanza, imprese e sindacati) erano concordi nell’affermare che le ricerche in Alto Adriatico interessano molte imprese e migliaia di persone che lavorano nel settore e rappresentano un’opportunità da cogliere. Abbiamo realtà di primo livello non solo su scala italiana, ma anche internazionale. Le imprese hanno segnalato le difficoltà e le prospettive non eclatanti dell’oil&gas in questo momento con 15 interventi flash. Il messaggio uscito è unanime: è una strada che va percorsa nel massimo della sicurezza e del rispetto ambientale».
La prossima tappa del Propeller «è il 18 dicembre la cena di auguri, ma stiamo già pensando ad alcuni incontri fra fine gennaio e inizio febbraio. Il presidente Umberto Masucci ha chiesto di organizzare un direttivo nazionale a Ravenna».
Sull’attualità Bassi è tranchant sul problema degli escavi. «E’ dal 1988 che faccio il legale nel settore e da allora sento gli stessi buoni propositi sul dragaggio, sulle infrastrutture ecc., ma non si è ancora fatto nulla - conclude -. Non mi interessa chi ha colpa di cosa e le posizioni personali: tutti gli attori facciano un passo indietro, tolgano le barricate e si riapra il dialogo in maniera seria. Non stravedo per casse a mare nell’avamporto, ma non dico no punto e basta: il dragaggio si deve fare in fretta. Ho clienti che hanno dovuto rinunciare a navi per i fondali e per le prospettive negative. Tutta la macchina burocratica si deve muovere in fretta: si discuta anche con gli operatori interessati, poi però si prendano le decisioni nell’interesse superiore del porto». (c.f.)
Foto di Massimo Fiorentini