Trenta posti a rischio da fine anno per i lavoratori dell'Iter di Lugo a Bologna. I sindacati attaccano il mondo cooperativo

Trenta posti sono a rischio da fine anno per i lavoratori della cooperativa Iter di Lugo a Bologna a seguito della decisione di Manutencoop di cercare un altro subappaltante per la gestione della manutenzione e ristrutturazione del policlinico Sant'Orsola. La società si trova d'altronde in concordato liquidatorio e al colosso delle pulizie pare complesso esercitare l'opzione di rinnovo biennale.
Dura la reazione di Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cgil nei confronti del mondo cooperativo.
LA LETTERA
di Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cgil
Nel cantiere di Bologna all’interno del policlinico Sant'Orsola da diversi anni operano circa una trentina di lavoratori della Iter di Lugo che garantiscono un servizio di manutenzione e di ristrutturazione dei vari reparti, tramite un affidamento dato da una società concessionaria di gestione con a capo la Manutencoop di Bologna.
Il 31 dicembre 2014 è la data di scadenza del contratto in essere con Iter ma - nonostante il contratto preveda una possibilità di riaffido per altri due anni, situazione non realistica in quanto Iter è entrata in procedura di concordato misto (liquidatorio), nonostante le sbandierate promesse di aiuto da parte di politici e dirigenti del movimento cooperativo - nessuno si è impegnato per trovare una soluzione per la continuità di impiego dei dipendenti della Iter. Sono state fatte le solite promesse propagandistiche a soci e lavoratori in diverse occasioni (assemblee, riunioni, incontri pre-elettorali, ecc…) dell’ennesima cooperativa del territorio che sta chiudendo i battenti, a causa della mala gestio di dirigenti amministratori che, negli anni, ha saputo solo chiedere sacrifici ai soci e ai dipendenti, disperdendo oltre che i capitali accumulati in anni di duro lavoro anche i valori per cui sono nate le cooperative. Per mantenere l’occupazione nel cantiere del Sant'Orsola sarebbe bastato semplicemente che il movimento delle coop si confrontasse e decidesse che non si doveva perdere una delle poche opportunità che il territorio offre per non incrementare la disoccupazione.
L’indifferenza del movimento cooperativistico dimostrata anche in questa occasione, non fa altro che aggiungere delusione e rabbia a quei soci e lavoratori che hanno creduto nel sistema cooperativo per anni, nonostante i grossi sacrifici costretti ad affrontare nel corso degli anni e nonostante si sia potuto constatare che la mano venga sempre tesa a chi è stato artefice di disastri incalcolabili.
La storia racconta che il movimento cooperativo (Lega, Federazione, consorzi, ecc..) accolga al suo interno quei dirigenti che hanno portato alla chiusura diverse cooperative, mantenendo o migliorando il proprio status quo (stipendi faraonici, automobili da miliardari in benefit, rimborsi spese di rappresentanza e personali, ecc..) mentre i soci continuano a perdere i propri capitali sociali senza avere la possibilità di trovare un qualsiasi lavoro. Il movimento cooperativo dovrebbe essere un organo di controllo per evitare le tragedie che hanno causato migliaia di disoccupati oltre che di protezione dei propri soci lavoratori e non un paracadute per dirigenti incapaci e insensibili.
I soci delle cooperative sono stanchi di queste ingiustizie e pretendono rispetto: è arrivato il momento di dimostrarlo!!!