Albergatori: lo sfogo della presidente Paganelli: "Non ce la facciamo più"
All'indomani della serata che ha visto gli stabilimenti balneari dei lidi rimanere aperti fino alle 3,la presidente degli albergatori di Lido di Classe Giovanna Paganelli non ci sta e si fa portavoce del malumore suo e dei colleghi. "Quello che sta accadendo è vergognoso - spiega -. Concedere quattro sere di baldoria consecutiva in occasione di una festa religiosa, causando seri problemi al riposo e all'ordine pubblico, non è possibile. Tutti gli anni ci lamentiamo e ogni anno, puntualmente, invece di venirci incontro,l'Amministrazione aggiunge una serata di deroga. I clienti non riescono a riposare, di conseguenza se ne vanno, ma questi utenti li recupereremo più. Chi aiuterà il turismo? Qualche gestore ha ascoltato le nostre richieste e ha spento la musica, ma sono stati gesti sporadici e personali. Non voglio dare colpe a loro, dal momento che l'Amministrazione i permessi li ha concessi". Anche per questo Paganelli e colleghi guardano con sempre maggiore attenzione quello che avviene nella vicina Milano Marittima. "E poi qualcuno si chiede perché vogliamo andare sotto Cervia. Il punto - sottolinea Paganelli - è che si facciano ordinanze uguali per tutti i lidi, ma i lidi sono profondamente diversi. Qui a Lido di Classe gli alberghi sono sulla spiaggia e il rumore delle feste si sente fino in fondo al paese. A ferragosto concedono due serate di deroga, per una festa religiosa addirittura 4. Mi sembra un paradosso.Nessuno - tiene a precisare la presidente - vuole imporedire ai bagni di lavorare, ma se la gente non viene in albergo non va neanche in spiaggia e nei negozi. Noi albergatori spendiamo migliaiai di euro in pubblicità e tutto ci viene vanificato. Abbiamo qualche cameera di tedeschi, merce rara, ma così non tornerà. Avevamo protestato con il prefetto per i tanti atti di vandalismo, ma ci è stato risposto che il problema non esiste. Tutte le sere intasiamo i centralini di Polizia e Carabinieri, ma nessuno fa niente. Ci sono poche pattuglie e, giustamente, vengono quando possono. Noi, però, non sappiamo più come fare".