Processo civile telematico: «Diminuzione del flusso lavorativo del 30%»

Ravenna | 09 Luglio 2014 Cronaca
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Lo scorso 30 giugno è entrato in vigore il processo civile telematico, procedimento che aiuterà a smaltire parte del lavoro del tribunale. In pratica, se prima si doveva passare dalla cancelleria, ora basterà una mail. «Si tratta di una sfida culturale - spiega Paola Carpi, avvocatessa e consigliera dell'Ordine - che certo non potrà essere una panacea, ma che darà indubbiamente un grande contributo. Ad oggi, però, è obbligatorio solo per protocolli ingiuntivi e atti endoprocessuali di cause iniziate dopo il 30 giugno». Questo significa, come ha fatto notare il presidente del Tribunale Bruno Gilotta, «una diminuzione del flusso di lavoro pari al 30%, dal momento che solo i decreti ingiuntivi sono calcolati in alcune migliaia all'anno e che ogni anno vengono iscritte circa 2800 cause nuove». Per il processo penale telematico, invece, i tempi di attesa sono ancora lunghi, visto che serviranno rilevanti interventi tecnici e l'adozione di server adeguati. «Il tribunale e la Procura della Repubblica – ha sottolineato Gilotta – stanno procedendo con i progetti che si erano prefissi e che hanno comportato risultati importanti, come ad esempio il calo della durata media dei processi che, con grandi sforzi, stiamo cercando di contenere entro i tre anni. Inoltre la prossima settimana consiglio superiore della magistratura pubblicherà il 'bollettone' che ci aiuterà a sopperire alle carenze di organico». Un impegno congiunto profuso insieme alla Procura, che recentemente ha anche adottato un modello che aiuterà l'indagato ad avere contezza di quanto gli sta accadendo. «Il documento è stato redatto in 23 lingue – spiega il procuratore capo Alessandro Mancini – e diramato alla polizia giudiziaria del territorio. Stiamo mettendo in campo diversi strumenti che, ci auguriamo, aiuteranno a snellire le procedure». Oltre a questo, però, si cerca anche di guardare ai modelli dell'Europa continentale, come ha insegnato il recente viaggio in Francia di una delegazione del tribunale ravennate. «Durante la trasferta di maggio – ha spiegato Gilotta –, che abbiamo compiuto su espressa richiesta del tribunale francese di Laval, abbiamo avuto modo di confrontarci con un modello molto diverso dal nostro. Il paese che ci ha ospitato era grande poco meno di Ravenna, ma ospita solo 70 avvocati contro i nostri 850. A fine settembre ricambieremo il favore e organizzeremo importanti momenti di incontro e confronto a Ravenna, che daranno anche crediti formativi agli avvocati che parteciperanno».
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