Cristiano Godano e Giancarlo Onorato giovedì 24 al Masini

Lorenza Pirazzoli, Federico Savini
«E’ proprio oggi che il mercato è così saturo di prodotti scadenti, che bisogna tornare a fare sul serio questo mestiere». In poche parole riassume uno stile, un ideale artistico e le direttive di una carriera Giancarlo Onorato, che giovedì 24 aprile suonerà al teatro Masini di Faenza alle 21 in un evento che vale come anteprima del Mei e del tour dello stesso Onorato. Accompagnato, in questa e nelle altre date, da un ospite specialissimo: Cristiano Godano, leader dei Marlene Kurtz e co-protagonista di «Ex Live», spettacolo di musica e parole nato dall’ultimo libro di Giancarto Onorato, Ex. Semi di musica vivifica.
GIANCARLO ONORATO
«Questo concerto di Faenza si può definire la prima tappa del rilancio di un progetto cresciuto di giorno in giorno, trasformatosi nelle nostre mani da una presentazione libresca informale in un autentico concerto».
Non sei uno che smania per pubblicare album di continuo, come hai deciso di pubblicare questo live insieme a Godano?
«Subito ero restio, di solito chi pubblica dischi dal vivo lo fa dopo aver riempito della arene, ma ho pensato che questo progetto, dal riscontro peraltro crescente, andasse documentato. Conosco Cristiano da anni, posso dire che “ci piacciamo” da vent’anni. Con la mia etichetta Lilium contribuimmo a lanciare i Marlene Kuntz facendoli esibire al Max Generation a metà anni ’90, stavano cominciando a prendere il volo. La collaborazione si è fatta intensa negli ultimi sei anni e quando ho scritto Ex. Semi di musica vivifica, un libro nel quale racconto molto del suo percorso, ho subito contattato Cristiano e Paolo Benvegnù per fare delle presentazioni ad alto tasso musicale, con canzoni nostre e cover. Sono partico con Paolo che poi ha dovuto abbandonare il progetto per via dl suo album e ho continuato con Cristiano, lavorando anche su classici della canzone internazionale e trasformando le presentazioni in concerti».
Come avete scelto il repertorio?
«Siamo partiti da una rosa di pezzi scelti da me, poi li abbiamo ulteriormente selezionati e ce li siamo in qualche modo divisi. Rispetto al disco ci sono anche altre canzoni, io dal vivo suono Lou Reed, Beck e Radiohead, Cristiano Neil Young, Velvet Underground e Nick Cave, ma suoniamo anche Tom Waits e Jeff Buckley».
E come si rimane artisticamente fertili e coerenti per trent’anni?
«Con tanta incoscienza e poco senso della realtà! Credo che la coerenza sia una dotazione genetica, e per me è stata una fortuna, muovendomi fra tante discipline, quella di non aver avuto una vera scuola. Non è vero per tutti, ma per me la scuola era una gabbia. Non avere fretta è quello che mi ha sempre preservato dalle fregature e mi ha permesso di crescere».
CRISTIANO GODANO
«Con Giancarlo ci siamo trovati a fare spettacoli a metà fra la chiacchierata e la performance unplugged, e abbiamo capito di avere punti di vista in comune sul modo di intendere l'arte e la cultura, consapevolezze condivise sul senso dei concetti creativi. Questa simpatia reciproca ha fatto raddoppiare le occasioni d’incontro e a un certo punto sono diventato uno degli ospiti di questo spettacolo, “Ex Live”, fatto di canzoni e intermezzi di lettura di Giancarlo. Il suo libro racconta il percorso formativo e culturale nell'ambito della musica, fa emergere i nomi che l'hanno influenzato maggiormente, primo fra tutti Lou Reed».
A proposito di libri, anche tu hai pubblicato “Vivi” nel 2008 per Rizzoli, hai altri scritti in lavorazione?
«L’ho pubblicato con molta cautela e timore reverenziale per la letteratura, non volevo fare una comparsata da intruso perchè la musica e la scrittura sono due ambiti ben precisi. Ho cercato di essere consapevole dei miei limiti, scrivere un romanzo è un'arte difficile e io comunque resto un musicista che scrive un libro».
Coi Marlene Kuntz portate in scena uno spettacolo che è un connubio fra musica e danza, «Il vestito di Marlene». Com’è nato?
«Per questo progetto siamo stati contatati dal teatro lirico di Assisi, che è gestito da persone intraprendenti e vogliose di sperimentare. Ci hanno proposto questo connubio fra musica e danza e l'idea e ci è piaciuta subito, a giudicare dalle reazioni del pubblico direi che l’esperimento è riuscito. Con le prime quattro date abbiamo tastato il terreno, entrare nelle programmazioni teatrali vuol dire organizzarsi di anno, in questa prima fase abbiamo incontrato soprattutto nostro pubblico».
L’anno scorso hai partecipato a «The Voice» come vocal coach, com’è stata quest’esperienza?
«Sono stato invitato da Piero Pelù e ho accettato volentieri, dopo aver valutato se questo avrebbe danneggiato l'immagine dei Marlene. Io non ho nulla contro i talent, chi li critica sono le stesse persone che non si capisce bene cosa vogliano, quelle che quando i Marlene vanno a Sanremo si lamentano. La televisione è questa e questo passa, siamo in un Paese addormentato nei confronti del rock e se esistono i talent, allora che vadano avanti. Quest'anno non partecipo perchè ho altri progetti in corso».
Su tutti i Marlene Kuntz, immagino…
«Sì, abbiamo tanti stimoli e, dati i tempi difficili, siamo contenti di averli. Cerchiamo di interpretare i tempi e questo ci evita l'angoscia di pensare a cosa si farà fra tre o quattro mesi. Lavoriamo sodo, molto concentrati e pronti a rinnovarci».