RAVENNA | Amianto ex Anic, pesanti accuse per 25 imputati ancora in vita

È la prima vera indagine penale sulle morti e le malattie da amianto fatta su Ravenna e sul suo petrolchimico. E attualmente coinvolge 75 persone o i loro famigliari (una quarantina le morti da mesotelioma imputate all'esposizione all'amianto nell'ex Anic) che hanno lavorato al petrolchimico dal 1959 all'85. Il procuratore facente funzione Daniele Barberini e il sostituto procuratore Roberto Ceroni hanno annunciato oggi la conclusione delle indagini dell'inchiesta avviata nel 2009 con collaborazione con l'Arpa, la Medicina del Lavoro e i carabinieri.
Pesanti le accuse per i 25 imputati ancora in vita (erano 56 all'inizio dell'indagine) che erano ai vertici del petrolchimico in quegli anni: lesioni e disastro colposo perché, ha spiegato Barberini «All'epoca il petrolchimico era percorso da 25 chilometri di strade interne, vi lavoravano tra le 3000 e le 3500 persone. In sostanza si trattava di un piccolo paese che veniva esposto a tonnellate di amianto». E »tonnellate» non è un'espressione detta a caso: «I dati raccolti dal '92 in poi, da quando cioè iniziata l'opera di bonifica, ci dicono che in quel periodo furono distrutte diverse migliaia di tonnellate di materiale». Agli indagati superstiti sono state notificati gli avvisi di conclusione delle indagini. Il processo con tutta probabilità inizierà a fine anno o all'inizio del 2014.