COTIGNOLA | Scavi archeologici, niente fontana in piazza

Tutto torna sottoterra: saranno chiusi entro la settimana gli scavi archeologici di piazza Vittorio Emanuele II a Cotignola. Al momento la classificazione degli strati pavimentali rinvenuti non è ancora definitiva; tuttavia, è già possibile fare alcune prime considerazioni «Abbiamo rinvenuto quattro diversi strati - spiega Maurizio Molinari, archeologo della società Phoenix di Bologna, incaricata degli scavi -, fino a una profondità di circa un metro e trenta centimetri. Lo strato più recente, formato da un ciottolato non molto grosso, risale alla prima metà del Novecento, ma non sappiamo ancora la data precisa. Scendendo, si trova uno strato di ciottolato più grosso che risale alla fine dell'Ottocento. Ancora più in profondità abbiamo incontrato uno strato presumibilmente settecentesco, e infine un ultima pavimentazione ancora da datare».
Non sono mancati, tra gli scavi, numerosi frammenti di ceramiche da cucina e da mensa di diverse epoche, dal XIV al XIX secolo: «Si tratta di frammenti di nessun interesse espositivo - spiega l'archeologo -. Inoltre, la loro collocazione è mescolata a causa dei lavori che di volta in volta sono stati fatti, dunque la loro età non corrisponde a quella delle stratificazioni nelle quali sono stati rinvenuti».
Gli scavi verranno coperti con un manto provvisorio prima del passaggio dei carri della Segavecchia ormai alle porte.
L'intervento, che formalmente viene definito «saggio preventivo», è un atto formale richiesto dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna ogni qualvolta si procede con lavori in profondità. Nel caso di piazza Vittorio Emanuele II, che si appresta a essere interamente riqualificata, sarebbe stata la vasca di accumulo dell'acqua della futura fontana a necessitare scavi fino a due metri di profondità. Ed è proprio la fontana che ora rischia di saltare: «La sua realizzazione a questo punto diventerebbe troppo costosa - spiega il vicesindaco Luca Piovaccari - e ritarderebbe molto i lavori, col rischio di perdere i contributi regionali. Con i fondi risparmiati potremo mettere in cantiere qualche altro intervento sul centro, a partire dall'abbattimento di alcune barriere architettoniche».