ECONOMIA | Per stabilizzare i giovani, 333 domande in provincia

Contratti a termine, collaborazioni a progetto, apprendistato. Eppure i giovani sono il futuro. Che le aziende se ne rendano conto, è difficile dirlo. Ma è certo che per l'imprenditoria, in questo caso locale, assumerli e pagarli è quasi un miraggio. Non è un segnale da poco che un mese e mezzo fa, alla scadenza del bando regionale che punta a concedere agevolazioni finanziarie a chi stabilizza ragazzi e ragazze dai 18 ai 34 anni, disoccupati o discontinui, in Provincia le domande pervenute dalle aziende del territorio abbiano toccato quota 333.
Anche se si esclude qualche richiesta arrivata da fuori Ravenna e se si
considera che qualcun'altra, probabilmente, non avrà tutti i requisiti
per accedere al contributo dell'Emilia Romagna, la cifra resta
importante. A confermarlo è Grazia Fabbri dei Servizi per l'impiego
della Provincia: «Abbiamo ancora un centinaio di domande da istruire ma
la maggior parte sono ammissibili. In ogni caso il numero totale è alto e
la dice lunga sul bisogno delle aziende di contenere il costo del
lavoro».
Il finanziamento previsto oscilla tra i 3mila e gli 8mila
euro a seconda che le persone stabilizzate siano uomini o donne e a
seconda che l'incentivo sia finalizzato all'assunzione o alla
trasformazione in contratto a tempo indeterminato di altre tipologie
contrattuali. Ma si tratta, come ha precisato la Regione nell'emettere
il bando, di un «intervento straordinario» che vuole tappare una falla,
quella delle difficoltà dei giovani ad entrare in modo qualificato nel
mondo del lavoro. Non è un caso che altre agevolazioni simili, in vista,
non ne esistano: «Al momento - precisa Fabbri - c'è solo un bando
regionale per le imprese che assumano giovani con contratto di
apprendistato». Nulla di fisso, dunque.
Del resto, dall'ultimo
rapporto sul mercato del lavoro dei Centri per l'impiego, emerge che le
assunzioni totali effettuate in provincia nel 2012 sono state 110.405,
contro le 114.373 dell'anno prima. La fetta di contratti che ha subito
la maggior crescita è proprio quella del lavoro a tempo determinato, che
passa dal 55,2% al 59,7% del totale. In forte calo i contratti di
somministrazione (agenzie interinali, per intenderci) che dal 12,6% sono
scesi al 7,5%. Il tempo indeterminato, a livello percentuale, è
stabile: nel 2001 rappresentava il 7% delle assunzioni complessive, nel
2012 si è attestato intorno al 6,7%. Tradotto in numeri assoluti,
significa che l'anno precedente avevano guadagnato il posto fisso, in
provincia, 550 persone in più.