Omicidio Rossini, il figlio al Pm "Non l'ho uccisa io"

Ravenna | 11 Ottobre 2016 Cronaca
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La mattina dell'11 ottobre, in Assise, è stato ascoltato Secondo Merendi, 57enne accusato di aver strangolato con la cintura di un accappatoio la madre, Pia Rossini, il 14 aprile dello scorso anno ed in carcere da 18 mesi. L'uomo ha scelto di rispondere alle domande di accusa e difesa, ma sono stati più i "non ricordo" che le spiegazioni che è riuscito a dare. "Prima delle 11,45 di quella mattina, quando trovai mia madre morta, la nostra era una vita di routine, facevamo più o meno sempre le stesse cose dunque mi è difficile ricordare esattamente cosa feci e a che ora". L'unica cosa di cui è sembrato certo è di non aver ucciso la madre. "Non sono stato assolutamente io" ha dichiarato sia al Pm Stefano Stargiotti che alla difesa che gli hanno domandato se fosse lui l'assassino della Rossini. Non è stato, però, in grado di spiegare come mai, la mattina dell'omicidio, dopo aver acquistato giornali e sigarette non fosse andato a vedere gli orari del medico da cui avrebbe dovuto portare la madre una volta rientrato a casa, ma, anzi andò da Barbiano a Lugo a fare benzina per poi ritornare a Barbiano per controllare gli orari. "Mi ero scordato, ci sono tornato dopo, tanto sapevo che, per evitare la fila, sarebbe stato comunque meglio portarci la mamma a fine mattina". Non ha spiegato perchè, su richiesta dei sanitari del 118 di allertare anche i carabinieri, abbia composto il numero,ma abbia poi passato il telefono ad un vicino di casa che aveva chiamato in aiuto, una volta trovato il cadavere della madre. "Avevo sentito delle sirene e sono andato al cancello pensando stesse arrivando qualcuno. Ho pensato che mia madre avesse bisogno di cure mediche più che dei carabinieri che non avrebbero potuto salvarla". E sulla cintura , trovata al collo della vittima ha spiegato che apparteneva all'accapatoio del compagno della donna, indumento che lui non aveva mai usato, ma la cui cintura veniva tenuta assieme ad altre in un armadietto. "Quando non mi sento bene ed indosso una vestaglia in casa, la mamma mi allunga una cintura per chiuderla e diverse volte mi ha dato quella". Soprattutto non è stato in grado di spiegare come mai, nonostante la madre percepisse due pensioni, la sua e quella di reversibilità del marito, il 1 aprile l'utenza del gas fosse stata staccata per morosità. "Io gestivo i soldi,ma la mamma sapeva tutto: sia che avevamo esaurito il tesoretto del suo compagno sia che avevamo qualche difficoltà, ma non eravamo messi così male e comunque avremmo sempre potuto chiedere un prestito o vendere un appezzamento di terreno dietro casa". Incalzato dal Pm che gli chiede perchè non avesse utilizzato i 500 euro prelevati il 4 aprile più altri contanti che madre e figlio tenevano in casa, per pagare la bolletta del gas risponde che "c'erano spese più importanti e con la mamma avevamo deciso di aspettare l'accredito delle pensioni il 16 del mese per pagarla". Non riesce, però, a spiegare quali fossero tali spese e al Pm che si stupisce di cosa ci fosse di più importante che garantire acqua calda in casa ad un'anziana 81enne aggiunge "per lavarsi le bastava scaldarsi un po' d'acqua in una pentola e per cucinare avevo tirato fuori un fornelletto da campeggio". Ha poi contestato la dichiarazione della gestrice del bar di Barbiano che, nelle udienze scorse, aveva dichiarato che Merendi era un cliente abituale delle slot machine e spendeva circa 100 euro a settimana. "Al massimo ne spendevo dieci e comunque da un paio d'anni non ci andavo più: avevo avuto da dire con sua madre". Una testimonianza che ha convinto poco anche quando, per spiegare al Pm come fosse possibile che un ladro che fosse entrato per rubare, avesse ucciso la Rossini poi fosse andato a colpo sicuro a cercare del denaro nella placca dietro la tv, utilizzata da madre e figlio come una sorta di cassaforte casalinga, Merendi ha dichiarato "forse qualcuno dall'esterno mi aveva visto mentre ci mettevo i contanti e sapeva che li conservavamo lì".
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