Domenica 9 al Mic si festeggia Muky, poetessa mecenate
pubblichiamo alcuni estratti dell'articolo di Sandro Bassi, con intervista a Muky, in edicola da venerdì 7 ottobre
«Entrata libera - ma niente regali - alla festa per il mio 90° compleanno». Da giorni questo avviso campeggia sulla porta di Muky, in piazza 2 giugno a Faenza. Stessa antifona nell’invito stampato per l’occasione: «Per me nessun regalo: amici miei, seminate il bene verso l’intera Umanità... Chi ero... per essere quella che sono, a novant’anni... e chi sarò». Per inciso la festa è al Mic, domenica 9 dalle 10.30, presentata da Anty Pansera e con interventi di almeno sette autorità fra sindaco, vicesindaco, senatori, presidenti e direttori vari....
...la ribelle Muky è stata insignita già nel 2000 di riconoscimenti istituzionali (cittadinanza onoraria, con medaglia d’oro, e «Faentina sotto la torre»), ma soprattutto perché da anni apre al pubblico le porte di casa sua, per un’attività culturale intensissima, con ospiti che sono andati dal diavolo all’acqua santa, da monsignor Ersilio Tonini fino ai poeti anticlericali, da Tonino Guerra a Vittorio Sgarbi, al vescovo Italo Castellani, da Rodolfo Santandrea scatenato con la «camerata veneziana» fino ai ragazzi disabili. E ognuno ha lasciato nell’argilla poi diventata ceramica una dedica affettuosa, spesso amorosa o passionale....
...Muky, tu che sei una donna così dolce, contro la guerra hai scritto cose ferocissime...
«Ho fatto anche i presepi di guerra, con il filo spinato, le macerie e i crisantemi, e sempre con il Bambino solo, senza genitori».
Hai anche precorso i moderni ecologisti. Nel ’63 sei stata l’unica a protestare - a tuo modo, con la pittura - contro le piattaforme petrolifere a Ravenna, mentre tutti le osannavano come simbolo di progresso...
«Non ero ecologista, semplicemente amavo e amo la vita in ogni sua forma: fiori, animali, persone».
Domenica tutti ti festeggeranno. Dicci solo qual è la cosa che ti ha spinto a venire a Faenza, sessantun anni fa. Matteucci ancora non lo conoscevi...
«Sapevo solo che sopra Faenza c’erano i calanchi, con la terra... e mi bastava»...