Oltre 13 milioni di elettori domenica 5 saranno chiamati alle urne per rinnovare oltre 1370 consigli comunali ed eleggere altrettanti sindaci. Sarà un test importante per capire se l’astensionismo è arrivato a ledere anche l’ultimo, il più vicino, il più diretto dei legami che c’è fra società e politica, cioè l’elezione del proprio sindaco. Le ultime tornate elettorali sono state da questo punto di vista pessime, basta ricordare le nefaste elezioni regionali dell’Emilia Romagna di fine 2014, dove meno del 50% si recò alle urne. Per questo l’Emilia Romagna sarà un banco di prova forte, con i suoi 50 Comuni al voto. Fra questi Bologna, Ravenna e Rimini sono i più rilevanti. In queste città il centrosinistra targato Pd a trazione renziana si gioca molto. Difficile che passino al primo turno tutti i candidati, che partono favoritissimi. Merola e Gnassi dopo il primo mandato, sperano in una conferma già lunedì 6 giugno, probabile il primo, più difficile il secondo. Poi c’è Ravenna che arriva a questo appuntamento dopo una campagna elettorale non urlata, quasi ancora un po’ stordita dal lutto che colpì a fine 2015 il Pd con la scomparsa del suo candidato Enrico Liverani. Da inizio 2016 in campo c’è il segretario dei Democratici De Pascale, che parte in vantaggio sugli altri. Strategicamente ha scelto giusto puntando molto sul forese e sui lidi, dove storicamente la sinistra ha raccolto sempre tanti voti. Poi l’appoggio nazionale con mezzo governo ed il premier Renzi a chiudere la campagna avrà il suo peso, insieme agli spiccioli determinanti che raccoglieranno le liste civiche (in particolare Ama Ravenna), oltre al Pri, collegate a De Pascale. Al resto c’hanno pensato a Milano quando i 5 Stelle hanno «bocciato» la candidatura ufficiale di Michela Guerra, costretta ad una lista civica locale depotenziata. Il centrodestra unito con il candidato Alberghini appare quindi l’avversario più temibile per il centrosinistra, che eredita i 10 anni della giunta Matteucci, conditi di tante piccole luci e da alcune ombre, fra cui la più ingombrante appare quella del porto. Dopo il 5 giugno servirà uno scatto, in molte direzioni, perché Ravenna possa tornare protagonista anche a livello nazionale.