A Pasqua file più veloci nei monumenti della Diocesi grazie ad addetti speciali. Il racconto della guida Mauro Marino
Bar aperti, tripli turni al ristorante, alberghi pieni. Il week end di Pasqua è arrivato in sordina ma, complice il bel tempo, ha regalato alla città un turismo inaspettato. Ancora una volta, però, è emersa la difficoltà di una città che fatica a percepirsi turistica e che non è in grado di assicurare un unico modo di fruire dei monumenti. In capo al Comune, allo Stato e alla Curia, basiliche e chiese della città hanno gestioni e biglietti differenti. Così se, da un lato, sabato 26 marzo molti turisti sono rimasti fuori dalla tomba di Dante, che ha chiuso i battenti alle 16, dall’altro la Curia si è organizzata in modo tale da assicurare personale che, all’ingresso di San Vitale e Galla Placidia, fornisse informazioni sul biglietto e sui modi di utilizzo (quello della Curia permette infatti l’ingresso a 5 monumenti anche in giorni diversi). A fornire un quadro della situazione è Mauro Marino, guida turistica e presidente della cooperativa «Il papavero & Abaco». «Nei giorni scorsi l’affluenza è stata molto alta - ha raccontato Marino - con lunghe file ai monumenti, in particolare a quelli diocesani. Il bilancio è stato comunque buono anche perchè, per rendere più fluente l’accesso a queste strutture, la Diocesi si era organizzata con personale che forniva informazioni direttamente al turista, in modo tale da sgravare chi era in biglietteria. Quello della Curia è un biglietto complesso, molto articolato: in momenti normali le informazioni sull’uso del tagliando vengono date insieme all’acquisto dell’ingresso, ma in questo modo si è creato un notevole vantaggio. Mi piace sottolinearlo perchè è giusto segnalare anche gli sforzi che si fanno: quando ci si concentra troppo sui punti deboli di un sistema, si rischia di demotivare chi ci lavora. Anzi, si tratta di una idea che potrebbe essere adottata anche in altri monumenti, sia comunali che statali». Rispetto alle polemiche sulla tomba di Dante, Marino risponde: «dispiace sempre trovare un monumento chiuso, ma l’interno di questa tomba è talmente ridotto e visibile anche a porta chiusa che non è necessario entrare. Al turista lo presentiamo infatti come luogo simbolico, importante più per il contenuto che per il suo contenitore. Certo il disagio c’è stato e si poteva evitare, così come si eviterà in occasione del 25 aprile o del primo maggio, ma non è stato così drammatico come se si fosse trattato del Battistero degli Ariani o di Galla Placidia, dove si va per vedere i mosaici». Un altro piccolo inconveniente che accade nei giorni festivi è che, in quei giorni, a differenza di quanto avviene nei feriali, non si accettano prenotazioni da parte di gruppi. «Il problema dei monumenti - racconta Chiara, guida turistica da quattro anni - è che nei festivi non si accettano prenotazioni da parte di gruppi che, invece, si accettano durante tutto il resto dell’anno per dare modo, ai singoli, di entrare. Di conseguenza, così come è avvenuto a Pasqua, le file sono state lunghe, ma credo che, in occasione delle feste, sia un problema comune a molte città italiane». (Federica Ferruzzi)