Rem, rinnovabili protagoniste il 9 e 10 marzo a Ravenna

Ravenna | 04 Aprile 2016 Economia
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Pensa ad un futuro a basso contenuto di carbonio Innocenzo Titone, presidente di Rem (Renewable Energy Mediterranean Conference & Exhibition) 2016, nel parlare della manifestazione che mercoledì 9 e giovedì 10 marzo al Grand Hotel Mattei di Ravenna vedrà confrontarsi studiosi, autorità e industriali sul futuro energetico dell’Italia, in particolare sulla domanda mondiale di energia.
Quali sono gli obiettivi che vi ponete?
«Rem si pone come alternativa all’Omc e nasce per riflettere sull’evoluzione della richiesta di energia mondiale. La domanda di energia nel mondo è destinata a crescere, sia per lo sviluppo di Paesi come Cina e India sia per soddisfare le esigenze di una popolazione che dovrebbe raggiungere i 9 miliardi di persone nel 2050. Dall’altro lato il convegno di Parigi Cop21 ha sottolineato il cambiamento climatico e la necessità di abbassare la Co2 per mantenere l’aumento medio della temperatura a 2 gradi, per non entrare in un processo irreversibile».
Quali paesi interverranno?
«L’edizione è rivolta al panorama nazionale sia in campo universitario con una sessione dedicata ad illustrare cosa si sta facendo nei confronti della tematica del cambiamento climatico, sia alle industrie, prevalentemente nazionali ed europee che stanno cercando di trovare soluzioni per i gas serra. Infine interverranno le autorità istituzionali. La sfida per i governi e per le industrie è un futuro a basso contenuto di carbonio».
Le iniziative dello Stato come le targhe alterne o il giro di vite sulle temperature delle caldaie pensa abbiano senso?
«I piccoli interventi, sommati a punti di emissione, daranno un grosso contributo. Il passaggio dal gasolio al gas per il riscaldamento ha prodotto una riduzione delle emissioni di oltre il 40%. Il gas è fonte di transizione dai combustibili fossili a quelli rinnovabili. Non si possono, con un colpo di bacchetta, cancellare i primi e mettere in uso quelli che hanno impatto minore».
Qual è la situazione dell’offshore?
«C’è una diatriba in atto sulle attività nazionali. L’industria offshore in Italia ha prodotto imprese arrivate ai massimi livelli mondiali, ha creato occupazione e non ha assolutamente danneggiato turismo, agricoltura e pesca. Ravenna ne è una testimonianza eccellente. Visto che l’utilizzo del metano è indispensabile per i prossimi 30-40 anni, potremmo evitare l’altissimo impatto dell’importazione utilizzando le nostre risorse con un impatto ambientale minimo. Questo astio nei confronti dell’offshore lascia il tempo che trova».

Elena Nencini
Foto di Massimo Fiorentini
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