Volley B2 donne, comincia un nuovo campionato per la Fenix: "Playoff con tante incognite, occhio ai dettagli"

Romagna | 08 Maggio 2021 Sport
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Tomaso Palli
«Siamo riusciti a essere protagonisti, speriamo di farlo anche in questi playoff». Le parole sono di Maurizio Serattini, coach della Fenix Faenza arrivata al primo posto nel girone G2 - lo stesso dell’Olimpia Teodora Ravenna giunta seconda - nel campionato di pallavolo di Serie B2 femminile. Ora, a differenza di un anno fa quando tutto venne congelato per colpa della pandemia, la testa della classifica significa giocarsi la promozione in un playoff tutto cambiato: «Sarà una nuova esperienza per tutti senza la possibilità di recuperare agli errori ma ci faremo trovare pronti».
Un anno più tardi, vi siete ripresi ciò che già avevate conquistato?
«Abbiamo proseguito il cammino iniziato e devo fare un plauso alle ragazze che hanno dimostrato quanto valgono. Sono molto contento per questa prima parte di stagione anche se purtroppo è cambiata la formula del campionato (vedi box, ndr). Siamo passati da una corsa a tappe, facendo il paragone con il ciclismo, a una classica di un giorno. Ora ci sarà un dentro-fuori in queste due partite contro San Giorgio Piacenza. Un po’ ci dispiace perché negli ultimi tre anni abbiamo dimostrato che alla lunga ci comportiamo bene riuscendo a reggere l’urto. Non sapremo cosa accadrà con questo format».
Quanto è stato importante avere dato continuità, tra staff e organico, in questi anni?
«Ci ha dato un buon vantaggio anche nelle lunghe pause causate dalla pandemia. Abbiamo perso un po’ di qualità perché queste giocatrici, tutti gli anni, fanno 10 mesi di lavoro tra ciò che accade in palestra e quanto nei campi da beach-volley in estate. Quest’anno si è perso tanto e, secondo me, nei vari campionati, compreso il nostro, si è vista la differenza rispetto ad un anno normale. Ma siamo fortunati a poter giocare ancora». 
Vi siete dovuti fermare qualche settimana prima dei playoff: avrebbe preferito giocare subito?
«Sì. Personalmente, avrei preferito dare continuità. Non ci siamo fermati tanto e in questo periodo, oltre ad alcuni recuperi, abbiamo disputato un’amichevole contro Forlì per ritrovare il ritmo gara. Ma non è la stessa cosa. Pensando agli aspetti positivi, però, dico che ogni tanto serve tirare il fiato. Se non al massimo, vogliamo arrivare in buona condizione: abbiamo qualche acciacco ma speriamo di recuperare per la partita».  
Ha studiato il primo avversario dei playoff, San Giorgio Piacenza? 
«Sono sincero, mi aspettavo un livello più basso visto che arrivano da quarte nell’altro girone ma sono davvero un’ottima squadra con notevoli individualità: battono bene e difendono tanto. Mi aspetto una battaglia fino all’ultimo e speriamo di essere lì a giocarcela sempre. Poi, che vinca il migliore che non sempre è il più forte». 
Perché?
«La vittoria arriva per un insieme di cose e vince chi, in quel momento, gioca meglio e sta bene. E l’esempio si è avuto in Champions League (Conegliano ha vinto al tie-break contro Vakif Istanbul, ndr): due squadre che giocano alla grande e i dettagli hanno fatto la differenza». 
Sentite la pressione dell’essere favorite?
«Sappiamo che, senza una promozione, sarà come non aver fatto niente. Ma sappiamo anche il lavoro che ci ha portato a questo punto e che l’attuale traguardo ce lo siamo guadagnato. Ora il playoff sarà un terno al lotto perché con due partite ed eventualmente il golden set… beh, servirà avere i nervi ben saldi. La tensione prenderà il sopravvento e il pronostico dalla propria parte, purtroppo, non scende in campo (ride, ndr)».
E com’è giocare senza il vostro pubblico? 
«È sicuramente stato il dispiacere più grande della stagione. Avere il pubblico accanto, a Faenza, fa sempre la differenza. Noi abbiamo sempre avuto un bel seguito e alla fine, anche quest’anno, avrebbe potuto spostare gli equilibri. I nostri tifosi ci mancano tanto». 
Si è reso conto, in particolari dinamiche di gioco, dell’assenza dei tifosi?
«Il pubblico dà entusiasmo e permette di migliorare capacità e voglia nelle giocatrici. Da una parte e dall’altra. È normale che in certi frangenti si veda la mancanza del pubblico che incita la propria squadra».
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