Faenza, con «Amicizia solidale» 50 anni di progetti dal Bangladesh al Brasile, fino all’Africa
Fabrizia Montanari - Vivere e operare con il cuore aperto al mondo: da cinquant’anni il Comitato di Amicizia di Faenza porta avanti la missione che vide nella persona di Maria Laura Ziani l’instancabile promotrice, a partire dal 1972 quando l’Abbé Pierre, accompagnato in città da uno dei giovani faentini di Emmaus, Franco Bettoli, propose di dare vita a un gruppo di volontariato che si assumesse l’impegno di creare un rapporto di gemellaggio e cooperazione con una comunità del Bangladesh, da poco uscito da una cruenta guerra di liberazione dal Pakistan, in condizioni di estrema povertà.
I PRIMI PROGETTI
Ricorda che sono partiti in uno sparuto gruppo di volontari Raffaele Gaddoni, presidente del Comitato fino al gennaio 2023, quando l’incarico è stato assunto da Patrizia Pulcini, marchigiana di San Benedetto del Tronto, una laurea in Filosofia e un interesse per la cooperazione internazionale fin dai tempi dell’Università a Bologna, che dagli anni 2000 è volontaria attiva sui progetti internazionali, «un passaggio condiviso quello della presidenza - sottolinea la stessa Pulcini - tutti noi facciamo sempre e comunque riferimento a Gaddoni, che resta il perno della nostra realtà, grazie all’intraprendenza personale, alle conoscenze e all’impegno continuo in questi 50 anni, supportato dalla famiglia, la moglie Gabriella e i figli Raffaella e Gabriele».
«Nel 1978 eravamo in Burkina Faso a mettere in piedi una casa nella boscaglia, affinché una suora potesse visitare le donne incinte e da quel momento abbiamo iniziato a costruire edifici e sale polivalenti per le necessità della popolazione locale – sottolinea Gaddoni – poi nell’84, in Brasile, abbiamo realizzato una torretta per favorire l’allacciamento delle tubature dell’acqua nelle case, sostenendo la lotta delle popolazioni locali a rivendicare i propri diritti sulle terre».
«In quegli anni – aggiunge Pulcini – in quei paesi il Comitato ha realizzato forme di microcredito, (concessione di prestiti di denaro da parte di intermediari a persone o gruppi, per sviluppare iniziative di impresa o rispondere ad esigenze socio-assistenziali, la cui restituzione non grava in maniera pressante sui richiedenti ndr) uno strumento di grande utilità, che va oltre il concetto di aiuto, permettendo di instaurare con le persone un rapporto di cooperazione e corresponsabilità». Man mano che il tempo passa si aggiungono sempre nuovi volontari e crescono anche le attività del Comitato a Faenza per finanziare i progetti internazionali.
LE AZIONI SUL TERRITORIO
«Maria Laura già negli anni ‘70 intuì l’importanza del riciclo di materiali e oggetti - ancora Gaddoni - ricordo che con un carretto andavamo a recuperare le bottiglie vuote dai bar - poi dal carretto siamo passati ai furgoni e nel 2006, visto che il volontariato non bastava più, abbiamo fondato “Amicizia Solidale” per dare lavoro a ragazzi disagiati o immigrati; ogni anno i Servizi sociali ce ne segnalano una decina che vengono a lavorare da noi, alcuni li abbiamo assunti, altri hanno trovato un altro impiego; oggi la cooperativa conta 30 dipendenti di cui il 10% costituito da persone in difficoltà e una quarantina di mezzi, 70 soci e 40 volontari, tra cui qualcuno che ancora ci aiuta da cinquant’anni!! Attraverso le nostre sedi faentine di via Morgagni e via Argine Lamone e il centro del riuso di via Lega a Modigliana, collaboriamo con Hera nella raccolta differenziata di mobili, ferramenta e oggetti, molti dei quali vengono riparati e venduti nel negozio-laboratorio Santa Chiara di corso Garibaldi a Faenza e attraverso i proventi finanziamo i progetti all’estero».
«Periodicamente andiamo a monitorare con viaggi programmati - aggiunge Pulcini - in Burkina Faso, Benin, Costa d’Avorio, Togo, Angola, Guinea, Ciad, Madagascar, Repubblica democratica del Congo e in America Latina: Brasile, Messico, Guatemala, Argentina, oltre al già citato Bangladesh (nel frattempo infatti l’area in cui il Comitato di Amicizia svolge la sua azione si è notevolmente ampliata) - anche se oggi è assai problematico muoversi verso le destinazioni in Africa, talvolta rischioso e quindi sconsigliato, per via delle forti tensioni interne che in quel Paese sono scatenate, oltre che dall’instabilità politica, dalla voglia di indipendenza delle colonie francesi da quella che si prospetta come una nuova colonizzazione da parte della Cina e della Russia».