IL CASTORO | Netiquette: regole per il rispetto reciproco in rete

Romagna | 09 Aprile 2024 Blog Settesere
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Gaia Borghesi e Ginevra Fabbri
ll web è un mondo ancora sconosciuto a molti, pieno di nuovi orizzonti e possibilità. Tra i tanti vantaggi che offre, comporta anche delle responsabilità. Che rapporto abbiamo con la rete? Che visione abbiamo del concetto di privacy? Qual è l’etica di base che adottiamo quando ci avviciniamo agli altri utenti? Che peso diamo alla sensibilità delle persone con cui interagiamo?                                                                                                                         
Una tematica così complessa va affrontata attraverso diversi aspetti: informatico, sociologico e psicologico. Abbiamo quindi posto alcune domande a Marco Solaroli, docente di sociologia all’università di Bologna, a Luca Nenni, insegnate di informatica al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, e a Giovanna Cioffi, psicologa in servizio nello stesso istituto. Gli intervistati hanno loro opinioni sui diversi aspetti del problema e concordano sull’importanza dell’educazione all’utilizzo di internet fin dalla tenera età.
Come fa notare Cioffi, è importante non solo la conoscenza tecnica degli strumenti, ma anche la consapevolezza con la quale li usiamo, bisogna «far comprendere ai ragazzi i pericoli che può nascondere il web e dare delle corrette indicazioni su come navigare, riconoscere dei siti poco affidabili, non fornire indirizzi e numeri di telefono, non inviare foto personali». È a causa di questa mancata sensibilizzazione che l’utente medio non riesce a capire quando la sua privacy viene compromessa. Il concetto stesso di privacy è spesso considerato in modo ambivalente sia da adulti che da adolescenti. Quando si pubblica una foto personale, in cui si racconta e mostra un’esperienza, si crede di sapere cosa si sta facendo, ma spesso non ci si domanda a chi appartiene l’immagine da quel momento. Bisogna poi considerare che il diritto alla cancellazione dei dati, non implica la loro completa eliminazione da internet.
Molti di noi, inoltre, tendono anche a trascurare la protezione della privacy, dando il consenso alla profilazione dell’utente, che i siti fanno attraverso i cookies. Secondo Nenni, questi hanno alcune utilità indubbie, ma il loro impiego può essere discutibile quando avviene per scopi commerciali e il problema di fondo sta nell’uso che i siti fanno dei dati memorizzati. Va sempre ricordato che quando utilizziamo un servizio gratuito, chi ce lo fornisce deve in qualche modo recuperare le spese e guadagnare qualcosa: come viene riportato nel documentario The Social Dilemma, «se non stai pagando per il prodotto, allora il prodotto sei tu».                                                      
Dall’arrivo del web molte cose sono cambiate. «Lo sviluppo della società digitale è stato caratterizzato da una riconfigurazione spazio-temporale delle comunicazioni, nella quale i confini tra dimensione pubblica e privata, nonché tra tempo lavorativo e tempo libero, sono gradualmente divenuti sempre più sfumati», chiarisce il sociologo Marco Solaroli, che sottolinea inoltra come la rete non solo ci proponga standard irrealizzabili di vita, ma sia anche fonte di stress. «Le logiche di funzionamento delle piattaforme e dei media digitali – sostiene - inducono infatti a uno stato di vigilanza permanente, che implica ad esempio rispondere rapidamente (e attendersi una risposta rapida) a messaggi via chat o social media, in forma relativamente indipendente da canale, orario e contesto. Il paradosso, tuttavia, risiede nel fatto che tali comportamenti, sviluppati anche come forma di gestione del sovraccarico, possano facilmente produrre a loro volta ulteriore stress». Secondo il prof. Nenni e la psicologa Cioffi, la continua connessione può creare problemi legati all’ansia e allo stress, riconducibili anche a comportamenti di dipendenza, come passare troppo tempo al cellulare o controllarlo spesso, per verificare eventuali aggiornamenti. Ciò rende la disconnessione sia utile che necessaria.
Quindi, comunicando con gli altri, come facciamo a capire di stare oltrepassando dei limiti? La Netiquette, l’etichetta in rete, racchiude una serie di regole di condotta, per comunicare in modo rispettoso e appropriato. Non si tratta di norme legali vincolanti, ma di suggerimenti di buone prassi. Un esempio potrebbe essere quello di non scrivere mail di lavoro durante i giorni festivi, o semplicemente non scrivere e non aspettare risposta dal diretto interessato dopo gli orari lavorativi. Per Cioffi le regole da seguire online non si discostano troppo da quelle di una buona educazione. Alla fine basterebbe semplicemente domandarsi se ciò che facciamo è rispettoso o meno nei riguardi degli altri e comportarci di conseguenza.


 
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