Triathlon, Overcome Faenza al Mondiale con Ceccarelli: «Orgogliosi di lui, sarà l'unico italiano in gara»
Tomaso Palli
Ci sarà anche l’Italia al prossimo Campionato del Mondo di Ironman 70.3. L’unico portacolori azzurro sarà Mattia Ceccarelli, forlivese di San Lorenzo in Noceto tesserato con l’Overcome Team di Faenza. Il pass iridato tanto inseguito e sognato è arrivato domenica 19 giugno con il terzo posto, dietro all’olandese Youri Keulen e al tedesco Nicolas Mann, nella prova di Rapperswil, in Svizzera, ultima chance utile per il classe 1988 romagnolo. «Ce l’ho fatta - ha commentato Ceccarelli - inseguivo la qualifica per il Mondiale Ironman 70.3 (la sua specialità dove fu Campione Italiano nel 2019, ndr) da 3 anni e finalmente è arrivata». Un traguardo raggiunto ma non senza difficoltà: «Mi sentivo tutt’altro che bene - prosegue - e, fin dal primo metro, è stata una gara in difesa concentrato per non strafare ma per tirare fuori ogni goccia di energia che avevo in corpo. Non è stata la mia migliore prestazione, ma quel che conta è il risultato. E ora sarò l’unico italiano con i migliori 70 del mondo, ancora non ci credo». Per il triatleta è un grande traguardo essendo al suo primo Mondiale e il pensiero, condiviso attraverso i social, è andato subito ai genitori che non hanno mai volato: «Se mai mi fossi qualificato per una Olimpiade o un Mondiale, li avrei portati in aereo con me. Mamma e papà, preparate il passaporto, andiamo in America». L’appuntamento è così fissato per il 28 e 29 ottobre, negli Stati Uniti (St. George, Utah) per il sogno mondiale nell’Ironman 70.3. E tutta l’Italia, con la Romagna al primo posto, sarà a tifare «Cecca» durante l’intera gara tra nuoto (1.9 km), bicicletta (90 km) e corsa (21.097 km di una mezza maratona).
Orgoglio e soddisfazione arrivano anche dal team che ha seguito il proprio atleta nell’appuntamento più importante: «Siamo davvero orgogliosi di Mattia, se lo merita per la grande persona che è - ha commentato Fabio Fabbri, team manager di Overcome - ma siamo anche molto soddisfatti di essere l’unica società che porterà un atleta italiano ai prossimi Mondiali». Eppure, per chi lo conosce e lo segue così da vicino, non è un qualcosa di inaspettato: «Non so se ce lo aspettavamo - prosegue Fabbri - ma era una grande speranza. Quando la posta in gioco è così alta, non è mai scontato. In più Mattia non era al massimo forse anche per un po’ di tensione legata all’ultima chance, per lui era un dentro o fuori. Ed è andata bene. Ma, e ci tengo a ripeterlo, la soddisfazione è davvero tanta per lui: un ragazzo d’oro a livello umano e, come avete visto, anche a livello sportivo».