Strage di Bologna, da Ravenna la sorella di Leo Luca Marino: «Persi mezza famiglia»

Romagna | 01 Agosto 2020 Cronaca
strage-di-bologna-da-ravenna-la-sorella-di-leo-luca-marino-persi-mezza-famiglia
Silvia Manzani
«Non mangiavo più, svenivo in continuazione. Nel giro di 15 giorni, arrivai a perdere 10 chili. Non facevo altro che piangere». Per Pina Marino (all’anagrafe Giuseppa), il 2 agosto 1980 è una data indelebile nella storia della sua famiglia. Quel giorno, alla stazione di Bologna, perse il fratello Leo Luca, allora 24enne, che era andato a prendere le sorelle Angela e Domenica, 23 e 26, appena arrivate da Altofonte, in provincia di Palermo, per passare un po’ di tempo a Ravenna, anche loro vittime dell’attentato. Oggi Pina, che vive a Ponte Nuovo, dove abitava anche allora, con il marito Archimede, non smette un giorno di pensare al vuoto lasciato dai suoi fratelli: «Ho sempre le sensazione di averli qui con me. A volte, anche se posso sembrare matta, parlo ad alta voce con loro. Non mi sembra, davvero, che siano passati 40 anni». Con Leo Luca Marino, quella mattina del 1980, c’era anche la fidanzata 19enne Antonella Ceci, che rimase uccisa: «Eravamo molto affezionati a lei. Leo Luca viveva con me e Archimede da qualche anno, mia madre Maria aveva insistito perché venisse in Romagna a trovare lavoro, cosa che era riuscito a fare, prima come idraulico, poi come manovale per la Cmc. Aveva conosciuto Antonella alla scuola di ballo liscio di Malpassi, a Borgo Montone. Lei veniva qui tutti i pomeriggi, era molto legata ai miei figli Marzia e Adriano, che nel 1980 avevano appena tre e sette anni». Il 2 agosto, a Bologna, sarebbero dovuti andare Pina e il marito, insieme ai bambini: «Era ormai una consuetudine, un rito che si ripeteva ogni estate, prima di ripartire tutti insieme per la Sicilia. Ma la sera prima Leo Luca ci disse che la draga si era rotta, che il giorno dopo non avrebbe dovuto lavorare e che avrebbe avuto piacere di andare a prendere le sorelle. Pensammo di prestargli la nostra macchina ma poi Anna, la mamma di Antonella, disse che preferiva andassero in treno perché per strada avrebbero trovato traffico. Quella mattina mio fratello si svegliò in ritardo, ricordo bene che Antonella non lo aveva chiamato al telefono per paura di disturbarci. Riuscirono comunque a prendere il treno da Ravenna. Io, dopo che uscì dalla porta di casa mia, non l’ho più visto». La coppia e le sorelle di lui erano comunque riusciti a riabbracciarsi al binario, e persino a chiamare a casa, ad Altofonte, per avvisare la famiglia dell’arrivo di Angela e Domenica: «Noi, nel frattempo, eravamo andati a fare la spesa insieme ai bambini, ci piaceva l’idea che le mie sorelle trovassero tante cose da mangiare a casa. Intanto, la madre di Antonella mi aveva telefonato per dirmi che la figlia aveva preso il massimo dei voti a scuola, dove si era diplomata come perito chimico. Lo aveva appena saputo, mi chiese di mandare  Leo Luca e Antonella da lei e dal marito Pietro, per festeggiare. Le dissi di sì, senza problemi. Ma poco dopo ricevetti una chiamata dalla Sicilia: era mia sorella Anna, aveva saputo della strage. Io accesi la tv e vidi il disastro». Non potendo partire per Bologna per via dei bimbi piccoli, fu Archimede a mettersi in viaggio: «Tornò la sera, sconvolto. Mia sorella Domenica era stata una delle prime a essere trovate. I corpi di Leo Luca e Angela, invece, vennero rinvenuti durante la notte. Per Anna, la mamma di Antonella, fu sconvolgente passare in rassegna tutti gli 85 cadaveri per riconoscere sua figlia, che alla fine venne rintracciata dalle impronte dei denti». In questi quarant’anni Pina ha tenuto il suo dolore nella dimensione privata, concedendosi poco ai media: «Ho sofferto molto, Marzia ha continuato a chiedere dello zio, Adriano mi ha vista in condizioni terribili. Le commemorazioni sono importanti, il lavoro che porta avanti l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna ha un valore immenso, anche se non nego che per me, ricordare, significa ogni volta tornare ad aprire ferite profonde. Da un lutto del genere non ci si riprende mai, si va avanti ma con un dolore immenso dentro. Mia madre Maria, a cui sono rimasti quattro dei sette figli, è stata per tutta la vita triste. Quando l’andavamo a trovare si risollevava per un attimo ma poi tornava a parlare di Leo Luca, Angela e Domenica, di fiori e di cimiteri. Anche per mio padre Gaspare, che già soffriva di problemi fisici e di depressione prima del 2 agosto 1980, l’esistenza è stata pesante. I genitori di Antonella non avevano altri figli: quel lutto li ha segnati per sempre, fino alla loro morte, avvenuta per entrambi quest’anno. Ora sono seppelliti con lei, a San Bartolo, dove fecero comunque mettere una pergamena con la foto di Leo Luca. Maria mi disse di considerarla come una madre, dopo la tragedia. E mi disse anche di far finta di andare a far visita a mio fratello, ogni volta che fossi andata a trovare Antonella. Mio fratello e le mie sorelle riposano infatti al mio paese, in Sicilia, lontano da qui. E lontano da Bologna: ogni volta che penso a quella città, mi viene una rabbia che mai».

 
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-strage-di-bologna-da-ravenna-la-sorella-di-leo-luca-marino-persi-mezza-famiglia-n25192 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione