Sicurezza stradale in Romagna, velox «bocciati» dalla Cassazione, «ma i Comuni non possono spegnerli»

Romagna | 04 Maggio 2024 Cronaca
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Con la sentenza del 18 aprile scorso, la Cassazione ha respinto il ricorso del Comune di Treviso contro un automobilista multato da un autovelox perché faceva i 97km/h in una strada con limite a 90. L’infrazione era stata accertata da un apparecchio Red & Speed-Evo-L2, non omologato, ma approvato. Per il Tribunale di Treviso, che inizialmente aveva escluso l’equivalenza tra omologazione e approvazione, l’accertamento non era valido. Il risalto mediatico ottenuto dalla decisione della Cassazione rischia di causare una marea di ricorsi, ma per un cittadino non c’è nulla di scontato. Il ministero delle Infrastrutture (Mit) aveva sempre a ermato che «approvazione » e «omologazione» sono la stessa cosa (circolare n. 8176/2020), ma una circolare ministeriale non può prevalere sul Codice della strada, che è fonte di rango primario, trattandosi di una legge. E nei due articoli di quest’ultimo in cui si parla di velox, nel primo, il 45 si parla di dispositivi «omologati o approvati», nel 142, invece, si parla solo di dispositivi omologati.
GIACOMINI (PM): «I COMUNI NON POSSONO SPEGNERLI» «Si tratta di una norma molto tecnica che il Mit doveva chiarire e che ancora non ha fatto- ha spiegato il Comandante della PM bizantina, Andrea Giacomini-. Il legislatore ha commesso una disattenzione citando in un articolo omologazione o autorizzazione e in un altro solo omologazione, pertanto servirà un nuovo Decreto legge al quale il Codice della Strada si adeguerà. Le sentenze della Cassazione non modi cano la legge, pur rappresentando un riferimento autorevole e non producono e etti sul Codice della Strada. Posso ipotizzare che, dopo la sentenza del 18 aprile, molti faranno ricorso, ma tanti, in coscienza, sapendo di aver fatto un errore superando i limiti di velocità eviteranno. E’ comunque vero che il ricorso al giudice di pace ha un costo, così tanti automobilisti potrebbero rinunciare per evitare di dover pagare più per il ricorso che per la sanzione ». E sulla discussa decisione di alcuni comuni italiani di «spegnere » gli autovelox in attesa del pronunciamento del MIt, Giacomini aggiunge che «non si potrebbe nemmeno fare perché la Corte dei conti potrebbe contestar loro il danno erariale. La sentenza della Cassazione non è un presupposto per spegnere dispositivi non si possono aprire e chiudere come un rubinetto. Gli autovelox sono nati per garantire maggiore sicurezza agli utenti della strada ed è stato fatto uno studio sulla loro ubicazione prima di metterli in funzione. Al di là dell’aspetto economico è chiaro che se li disattivi scegli di rinunciare alla sicurezza che è l’obiettivo primario delle strumentazioni che le forze dell’ordine utilizzano, anche se talvolta sono odiate dai cittadini».
OMOLOGAZIONE E RICORSO L’assenza dell’intervento del Ministero ha creato un vuoto normativo, che permetterebbe agli automobilisti fotografati in contravvenzione per eccesso di velocità, dagli autovelox non omologati, di evitare le multe. La legge italiana sul tema non è però molto chiara e approvazione e omologazione vengono spesso trattate come fossero la stessa cosa. Per questa mancanza di uniformità, l’automobilista trevigiano è riuscito a vincere il suo ricorso. Ora, la decisione della Suprema corte ha creato confusione negli automobilisti “illudendoli” che vinceranno sicuramente ogni ricorso. Chi volesse provare a farsi annullare una sanzione può fare ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla sanzione, oppure al giudice di pace, entro 30 giorni dalla sanzione. Non cambia nulla per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, chi invece è ancora in tempo per fare ricorso o chi riceverà una multa nei prossimi giorni potrebbe avere qualche possibilità di vedersela annullata. Ma non ci saranno, di certo, annullamenti di massa. La sentenza della Cassazione non si applica automaticamente a tutti i casi e, tra l’altro, il giudice di merito non è obbligato a seguire quell’orientamento: se una nuova causa arrivasse in Cassazione gli Ermellini potrebbero anche cambiare opinione. (marianna carnoli)
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