Sicurezza stradale in Romagna, «manca il decreto di legalizzazione del Mimit». Parlano gli avvocati Dalla Palma e Zaccaria
«La Cassazione ha sempre sostenuto, a seguito della sentenza 113/2015 della Corte Costituzionale, la necessità da parte della Pubblica amministrazione di fornire, in caso di contestazione, la prova della corretta funzionalità degli autovelox, solo mediante certi cazioni di omologazione e conformità. Con la sentenza del 18 aprile scorso, gli Ermellini hanno fornito un ulteriore tassello volto a dipanare quella cortina fumogena che, credo, era stata generata ad hoc per eludere la reale problematica che connota gli autovelox, tutti autorizzati e nessuno omologato». Così Emanuele Dalla Palma, avvocato e presidente dell’Associazione nazionale dei Consumatori e delle Micro Imprese Migliore tutela. «Come associazione abbiamo mandato un esposto alle più alte cariche dello Stato per chiedere di indagare sull’operato di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle ditte fornitrici delle apparecchiature per non aver fatto richiesta al Mise di rilascio della certi cazione metrologica. Gli autovelox sono strumenti metrici legali ma, non avendo questa omologazione, non possono operare ai ni sanzionatori. Crediamo che i legali delle pubbliche amministrazioni dovrebbero suggerire loro di spegnere in autotutela gli autovelox non omologati, sospendendo le sanzioni agli automobilisti nché le lacune normative non verranno sanate, valutare strumenti alternativi per garantire la sicurezza stradale e aprire un tavolo di confronto con le associazioni di consumatori ». Secondo Dalla Palma «il problema è l’assenza di un decreto di legalizzazione, cioè di omologazione, rilasciato dall’attuale ministero dell’Industria e del Made in Italy (Mimit), l’unico ministero autorizzato a emanare quei decreti per poter far acquisire alla strumentazione la certi - cazione. Quella del ministero dei Trasporti, infatti, è un’approvazione di natura amministrativa, ma non è su ciente per legittimare l’utilizzo degli autovelox per ni sanzionatori». E sulla opportunità di far ricorso l’avvocato ravennate, Andrea Zaccaria ha precisato come «non c’è niente di sicuro per gli automobilisti. La confusione che si potrà creare a seguito della sentenza della Cassazione verrà disciplinata dalla riforma del Codice della strada che verosimilmente stabilirà che non basta l’approvazione, ma serve anche omologazione degli autovelox. Intanto, chi vuole fare ricorso al giudice di pace deve tener presente che è soggetto al pagamento del contributo uni cato e l’iter è piuttosto lungo. Dunque andrà valutata l’opportunità in base all’importo della sanzione e tenendo conto che il giudice di pace potrebbe non tener conto dell’ultima sentenza della Cassazione, ma trovare un’altra interpretazione in un articolo. Si può anche far ricorso al Prefetto con una pec chiedendo l’annullamento del verbale sanzionatorio e presentando tutta la documentazione necessaria. In questo caso il ricorso è gratuito, ma se si perde la sanzione raddoppia». (marianna carnoli)