Saldi, primo bilancio a Ravenna e provincia: meglio le città, peggio il forese. Il parere delle associazioni

Romagna | 09 Febbraio 2024 Economia
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Elena Nencini
I saldi invernali partiti il 5 gennaio si concluderanno in Emilia-Romagna il 4 marzo, dopo un buon avvio nel primo fin settimana. A un mese dall’inizio dei pareri delle associazioni non sono positivi, a fronte anche di un 2023 difficile con i problemi dell’alluvione, ma anche con le chiusure di diverse attività. 
Tra le proposte avanzate quella di spostare i saldi più avanti e di riorganizzare tutta la filiera del settore.

-77 IMPRESE NEL SETTORE COMMERCIO PER IL 2023
A Ravenna e provincia partiamo dai dati pubblicati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara per il 2023 che forniscono uno sguardo generale sulle imprese: per il settore Commercio si parla della chiusura di 77 unità (Commerci ingrosso, dettaglio, riparazioni auto-moto) a fronte di 7.277 imprese, con un -1,0%, con perdite quindi contenute. Mauro Mambelli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna, ha dichiarato a questo proposito: «Il 2023 non è stato un anno semplice per le imprese che hanno dovuto fare i conti dapprima con i costi esorbitanti dell’energia e delle materie prime, poi con la drammatica alluvione di maggio che ha interessato il territorio della Romagna, ed in particolare la provincia di Ravenna. Faticosamente siamo tornati ad una normalità in breve tempo, anche se i segni sono oggi ancora visibili perché i danni causati da questo evento eccezionale, sono stati ingentissimi per le imprese. Le imprese, inoltre, hanno dovuto fare i conti anche con l’incertezza dei mercati dovuta alle guerre e non ultimo anche la burocrazia e il pesante carico fiscale che non si sono attenuati e che restano sempre un fardello senza rimedio. Il 2024 sarà un anno importante per l’imprenditoria e dovrà rappresentare quello spartiacque in grado di farci lasciare alle spalle definitivamente la crisi pandemica e accelerare la crescita economica dando slancio alle attività, anche attraverso interventi di sostegno mirati soprattutto per le piccole e micro aziende del commercio, che sono quelle che hanno subito maggiormente una brusca frenata in questi ultimi anni. Il 2024 deve essere l’anno nel quale le amministrazioni locali intraprendono misure ad hoc, su ampia scala, per favorire le attività economiche esistenti svolte in ambito commerciale, con un occhio particolare rivolto ai giovani imprenditori e alle imprese costituite in prevalenza da giovani che sono il nostro futuro». 

TAGIURI (CONFESERCENTI): «PIU’ ATTENZIONE ALLA SPESA»
Mauro Tagiuri, presidente di Confesercenti Ravenna, nonché titolare dell’omonimo negozio di Ravenna, racconta l’andamento dei saldi: «Si lavora molto il fine settimana, come durante l’anno scorso. Non è cambiato molto, anche a causa delle vendite on line delle grandi piattaforme che propongono sconti e fanno arrivare la clientela satura ai saldi. Continuano ad essere sempre un appuntamento importante, soprattutto è importante che abbia una data fissa, una forma di comunicazione che non costa nulla al piccolo commerciante». 
Conclude Tagiuri: «Anche Natale non è stato un grande anno per il commercio. Reggono i negozi di livello medio alto, con l’importanza del negozio fisico e del ruolo del personale qualificato nell’orientare le scelte con competenza e professionalità. Si nota comunque una maggiore attenzione nella spesa da parte di tutta la clientela. Non si spende a cuor leggero. La guerra, l’inflazione non danno tranquillità».

SALIMBENI (CNA COMMERCIO): «BISOGNA SPOSTARE LA DATA»
Un mercato in grande cambiamento è il quadro che traccia Nevio Salimbeni responsabile turismo e commercio di Cna: «Il mercato è in una fase di grandi variazioni, non legato a quest’anno ma agli ultimi 5-10 anni. I saldi sono stati mediamente sul livello dell’anno scorso, con una tendenza alla stabilità verso il basso dai sondaggi fatti con i nostri associati. E’ stata stimata una spesa pro capite sui 180 euro a persona. Calcolando anche il problema del caldo che ha influito sulle vendite di capi di abbigliamento pesanti, però possiamo dire che se i saldi non risolvono un bilancio annuale e non sono l’elemento fondamentale per creare valore per un’impresa comunque rispetto allo scorso anno non sono andati male» Salimbeni sottolinea come eventi come il «Black Friday, per chi riesce ad organizzarsi, abbiano per i negozi maggiori risultati. Per i saldi bisognerebbe o anticiparli a prima di Natale oppure posticiparli a un mese dopo, è una questione ancora aperta». 
Tra città e forese le differenze si sentono, continua Salimbeni: «Esiste un fenomeno generalizzato che spinge la clientela verso le città, ed è un problema che dura da molti anni. La crisi più grossa dei piccoli negozi si nota proprio nei paesi, nelle aree periferiche delle città: i clienti preferiscono le vie con tanti negozi oppure i centri commerciali dove fare tante valutazioni prima dell’acquisto». 
Le soluzioni conclude il responsabile Cna Commercio: «Il futuro potrebbe essere nel ritorno agli acquisti nei negozi che sono però in grado di incrociare la vendita fisica con quella on line; inoltre i negozi di qualità continuano a mantenere una loro specificità perché i clienti li cercano anche fuori dalla propria zona». 

MONTANARI (CONFCOMM.): «DELUSE LE  ASPETTATIVE»
Uno sguardo poco ottimista è quello di Roberto Montanari, presidente del sindacato Tessili Abbigliamento Calzature Confcommercio Ravenna: «Possiamo fare un bilancio già quasi definitivo, perché nel mese di febbraio per i saldi non ci sono grandi cambiamenti. Rispetto alle aspettative sono stati inferiori i risultati sia sul territorio ravennate che soprattutto in Emilia Romagna. Il forese è ancora più in difficoltà e maggiormente penalizzato. Anche il clima caldo ha influito sulle vendite: bisognerebbe provare a posticipare i saldi ma non ci si riesce, partono troppo presto. E’ diventato tutto troppo veloce: c’è Natale, poi saldi, poi arrivano a breve le merci estive, i campionari. Purtroppo non si riesce a spostare la data dei saldi, siamo ostaggio di Confindustria». 
Continua Montanari: «Le vendite sicuramente più rilevanti  si concentrano nel fine settimana, il sabato e la domenica pomeriggio, anche se non tutti sono aperti. Inoltre le iniziative come il Black friday sono un deterrente che ti lega a dei prezzi fino a Natale. Ci sono troppe scontische sull’online e il negozio fisico deve seguire l’online. Infine gli outlet continuano  a proporre nuovi campinari, fa i saldi sull’outlet e i negiozi chiudono, a pedere punti vendite, non è un caso di ravenna stanno sparendo. 
Commentando i dati della Camera di Commercio sui negozi che hanno chiuso a Ravenna e provincia nel 2023 Montanari sottolinea come: «Il nostro territroio è l’unico con certi dati, nelle province vicine sono molte di più le chiusure, come nel resto dell’Emilia Romagna, non possiamo continuare ad essere una mosca bianca. Ci vorrebbe una riorganizzazione del comparto: i saldi non attraggono più come una volta e andrebbero spostati un mese più avanti s oppure bisognerebbe stringere accordi con le aziende di riferimento sugli assortimenti, magazzini, pagamenti. Bisogna rivedere tutta la filiera». 
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Per forza perché i ricchi sono nelle città e nel forese c è della miseria
Commenta news 10/02/2024 - Lara
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