Rugby, la favola di Alessia Pilani, da Massa alla Nazionale: «La maglia azzurra è un sogno che si avvera»

Romagna | 23 Settembre 2023 Sport
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Tomaso Palli
Sono trascorsi oramai due mesi da quel sabato di fine luglio. Siamo su un campo da rugby, al Beltrametti di Piacenza, per Italia-Spagna femminile. È il minuto 74 e, sulla panchina azzurra, è tempo di cambi: esce Tounesi ed entra Alessia Pilani, pilone delle Furie Rosse di Colorno all’esordio in Nazionale maggiore. «Non pensavo di debuttare - racconta Pilani - è stato un momento che aspettavo da tantissimo tempo: mi sono goduta ogni singolo istante, ogni minuto in campo, cercando di farmi trovare il più pronta possibile». Nata a Lugo il 6 marzo 1999, Alessia cresce a Massa Lombarda ma muove i primi passi nell’Imola Rugby, a partire dalla stagione 2017/2018. Un amore a prima vista, dopo anni trascorsi nel ciclismo, e il sogno di vestire quell’Azzurro raggiunto proprio con quel primo cap.
Pilani, torniamo a quel 22 luglio: l’emozione è ancora forte?
«Unica. Ancora oggi, ripensandoci, non riesco a trovare le parole per descrivere quel momento. Ho impiegato diversi giorni prima di rendermi conto di ciò che era successo, prima di capire che effettivamente avevo debuttato con la Nazionale maggiore». 
La Nazionale è un po’ il massimo per un’atleta: quali sono i prossimi obiettivi?
«Ora, subentra uno stimolo ulteriore che porta ad allenarti meglio cercando di essere ancora più al top. Di obiettivi e sogni ce ne sono tanti, ma preferiscono non parlarne perché sono molto scaramantica (sorride, ndr)».
Ora, il presente: a che punto siete della stagione?
«In preseason, con il club. Il campionato inizierà il 12 novembre e perciò siamo in piena preparazione, iniziata a metà agosto: allenamenti molto duri e stancanti con tanta parte atletica ed esercizi di contatto. Anche gli allenamenti con la Nazionale sono altrettanto duri, lunghi e intensi perché ci stiamo preparando per una competizione internazionale che si svolgerà in Sudafrica il prossimo 20 ottobre». 
Club e Nazionale: come si uniscono i due impegni?
«Durante gli allenamenti con il club, parte atletica e di palestra ci viene spesso fornita dalla Nazionale. Ma, in generale, ci sono dei periodi che dedichiamo alla Nazionale lasciando un minimo da parte il club». 
Questa è la sua quinta stagione a Colorno. Perché questa scelta?
«Ho scelto questa realtà per la possibilità di crescita che mi dava, sia in ambito rugbistico che a livello personale. Qui, ci aiutano con l’alloggio, ci danno un lavoro e… un aiuto in generale. Per esempio: quest’anno, insieme ad altre due mie compagne di squadra, mi occupo di organizzare il doposcuola del club. Colorno è, per me, diventata casa dove ho trovato il mio equilibrio. Ovviamente, casa è sempre casa: vengo dalla realtà di Imola e proprio grazie a loro sono riuscita a fare questo passo decidendo di venire qua, alla ricerca di qualche stimolo in più, e provarci». 
Un passo indietro: inizia a giocare a rugby nella stagione 2017/2018… non prestissimo. Come nasce questa sua passione per il rugby?
«Prima di giocare a rugby, ho praticato 11 anni di ciclismo. Sicuramente, iniziare un nuovo sport a 17 anni è un po’ tardi. Non sono l’unica ma forse, provarlo prima, mi avrebbe aiutato un po’ di più. Ho iniziato a Imola perché mio fratello giocava lì. Hanno provato più volte a convincermi ma ho sempre rifiutato, non volendo lasciare il ciclismo. Una volta smesso con la bicicletta, ho deciso di provare il rugby e mi è subito piaciuto».
Cosa si è portata dal ciclismo?
«Il ciclismo è uno sport individuale ma, allo stesso tempo, anche di squadra. Perciò, da sempre, sono stata abituata a lavorare in gruppo. Il ciclismo mi ha lasciato davvero tante cose positive e, certamente, mi ha aiutato nella preparazione mentale legata a sforzo e fatica». 
A che punto è il movimento femminile del rugby?
«Negli ultimi anni, il movimento ha fatto dei grandissimi passi in avanti. Quando sono arrivata a Colorno, non era così tanto sviluppato quanto lo è adesso. I progressi sono stati notevoli e lo notiamo anche nei numeri della nostra squadra».
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