Riccione, chiesta nuova indagine per la morte di Vadim Piccione
I legali della famiglia Piccione hanno chiesto una nuova indagine sulla morte del 22enne Vadim trovato morto la mattina dell'8 luglio 2012 nel torrente Marano di Riccione. Dopo l'archiviazione dell'inchiesta bis aperta nel 2017 e chiusa nel 2019, i familiari hanno fatto effettuare nuovi accertamenti sul cellulare del figlio sul cui decesso non è mai stata fatta piena chiarezza. La sera del 7 luglio 2012 il giovane era arrivato in Riviera per festeggiare la Notte Rosa insieme ad alcuni amici. Si ipotizzò che fosse morto per annegamento, ma il corpo del giovane era in condizioni tali che non consentirono accertamenti attraverso l'autopsia. Il disguido fu legato all'errore di un operatore dell'obitorio (che ha pagato con una condanna a sei mesi per omissione di atti d'ufficio): rimandò il corpo al cimitero adducendo problemi di posto. Il risultato fu che il cadavere, chiuso nel sacco e con le elevate temperature estive, accelerò il processo di decomposizione. I genitori del 22enne bielorusso adottato da una coppia italiana hanno sempre pensato che Vadim sia stato lasciato dagli amici e che non sia morto per cause naturali, ma che il suo decesso sia avvenuto come conseguenza di altro reato. Gli amici erano tornati a Ravenna e agli inquirenti avevano spiegato di averlo perso di vista durante la notte rosa e di aver ripreso il treno da Riccione pensando di ritrovarlo a Ravenna.