Ravenna, a "Orli e Trame" l'emancipazione passa da ago e filo
Silvia Manzani
Per mettere il naso fuori di casa, fare amicizia, provare a integrarsi, coltivare un hobby, imparare un mestiere. Nell'ex sede di «Città Meticcia», che a sua volta era nata in un'area comune di un palazzo di edilizia residenziale pubblica, in via Eraclea a Ravenna, da qualche settimana è nato «Orli e trame», un laboratorio di cucito con un forte e chiaro obiettivo sociale. Nato all'interno della coprogettazione regionale che Centro servizi per il volontariato «Per gli altri» e Consulta del volontariato di Ravenna hanno portato avanti trovando l'adesione di diverse associazioni, è ora un'opportunità, per le donne del quartiere e non solo, per esprimersi e reinventarsi. Tra le volontarie che passano diverse ore alla settimana all'interno del laboratorio c'è Marcella Migliore, che da anni è in prima linea nell'aiutare chi ha bisogno e che è impegnata, in particolare, sul fronte del baratto: «Qui, oltre a organizzare corsi di cucito e uncinetto e laboratori tematici, svolgiamo insieme ai partecipanti (lo dico al maschile perché si è affacciato anche qualche uomo) piccoli lavori di riparazione e rammendo a prezzi agevolati che speriamo possano portare il laboratorio, entro la fine dell'anno, a diventare autonomo e ad autofinanziarsi». Sebbene in un primissimo tempo la novità sia stata vista con perplessità da qualche residente, grazie alla disponibilità delle volontarie e alla presenza del vicino portierato sociale di Auser, ora il laboratorio è un luogo di casa: «Devo dire che dopo poco ci siamo sentiti accolti - precisa Mirella Rossi, presidente della Consulta del Volontariato - e ora la sfida è quella di fare in modo che le donne, per lo più straniere viste le caratteristiche del quartiere, possano prendere confidenza con questo posto e dedicarci tempo, in modo da guadagnare anche un piccolo compenso e far funzionare il laboratorio anche quando non avremo più a disposizione le risorse istituazionali». Tra macchine da cucire e filati ci sono anche Caterina Basevi e Maria De Lorenzo, madre e figlia: «Speriamo che sempre più volontarie e volontari vengano a bussare da noi, per tenere vivo questo luogo c'è infatti bisogno di una turnazione importante, che non può fermarsi. A parte un po' di confidenza con la materia del cucito, qui servono volontà e predisposizione all'altro, non molto di più». Anche «La Quercia», «Romania Mare», «Senegalesi Ravenna», «Il Terzo Mondo», «Noi per voi» e «Cittadini del Pianeta» stanno appoggiando il progetto. Ed è proprio Odilia Esame Inyang, presidente di quest'ultima associazione, a spiegare in che modo, a «Orli e Trame», si mescolino aspetti diversi: «Questo è un luogo dove si trovano multietnicità, tessuti, baratto, cucito. Dove esperienze differenti si intrecciano su una base di valori comuni e obiettivi comuni. Dove non importa se si è italiani, se si è stranieri, se si è donne o uomini. Dove non si butta via niente ma si recupera tutto». Tra i prodotti confezionati di recente, le borse decorate dalle donne rumene, le stoffe colorate senegalesi cucite insieme, le mascherine. Chiunque voglia portarci stoffe, vecchi vestiti o materiali da rigenerare, può farlo. In programma ci sono abiti da inventare, tappetini, sotto pentola, presine. «Con il tempo - conclude Mirella Rossi - speriamo che questo luogo faccia davvero rima con trame di tessuti e vissuti, che diventi un avamposto contro razzismo e pregiudizi, che vada incontro ai bisogni delle persone».