Pd, rischio scissione, Pagani: "Il Paese ha altre priorità"; Rontini: "Il congresso farà chiarezza"
Dall'ultima direzione Pd è emersa una spaccatura profonda tra le anime pro o anti Renzi. Cosa serve al partito per eventualmente scongiurare una scissione ormai alle porte? Domenica ci sarà l’assemblea nazionale che delineerà meglio la road map verso il congresso. La parola a due esponenti di primo piano dei Democratici locali, l’onorevole di Alfonsine Alberto Pagani e la consigliera regionale di Faenza Manuela Rontini.
Alberto Pagani: «Né con Renzi, né con Bersani, altre priorità per il Paese»
«Non sono per la linea Renzi, che ci porterà a schiantarci contro un muro e nemmeno per quella Bersani, che non riesco nemmeno a capire dove possa portare. Io sono per mettere in fila le priorità. La prima riguarda l’agenda sociale del nostro Paese, le leggi delega in materia di disagio e nuove povertà: ora il governo deve completare il quadro con i decreti attuativi e dimostrare di essere in grado di portare a termine quello che ci siamo impegnati a fare. In secondo luogo, occorre trovare un’intesa con le altre forze politiche, con chi vuole mettere a punto una legge elettorale in grado di dare forma ad una maggioranza e di conseguenza ad un governo. L’alternativa è la paralisi del Paese. Per trovare un'intesa ci vuole la pazienza e l'umiltà del confronto con tutti gli altri, perché serve una maggioranza che voti la nuova legge, e non la so forma battendo il pugno sul tavolo, ma discutendo. In terza battuta, il Pd deve ragionare più seriamente sui cambiamenti che hanno attraversato il mondo dall’ultimo congresso fino ad oggi: basti pensare all’inasprimento delle azioni terroristiche, al fenomeno migratorio che ha messo in crisi la stessa Unione Europea, alla Brexit o all’elezione di Trump. Occorrono risposte nuove: non basta prendere il programma di tre anni fa e cambiare semplicemente la data. Dalla Riforma della scuola al Jobs Act, troppe volte ci siamo trovati a rincorrere gli errori commessi e a cercare di correggerli. Ci sono stati errori che ci hanno portato alla sconfitta del referendum. Per poterli correggere bisogna prima riconoscerli. Questa discussione richiede profondità, non bastano gli slogan, e bisogna farla prima del congresso, dove ci saranno candidati che saranno in competizione tra di loro, e si addosseranno a vicenda la responsabilità sei nostri insuccessi e la colpa degli errori commessi, invece di confrontarsi realmente sui problemi e cercare insieme le soluzioni».
Manuela Rontini: «Il congresso farà chiarezza»
«Servirebbe innanzitutto un po' di buon senso da parte dei dirigenti nazionali: mi pare che per qualcuno ogni scusa sia buona per arrivare ad una resa dei conti, che io non auspico. Anche solo evocare la scissione, è un assist che facciamo ai nostri avversari. Il congresso sia l'occasione per ripartire, mettendo al centro una proposta politica forte con contenuti che affrontino e diano risposte ai grandi temi sociali ed economici: disoccupazione giovanile, povertà, sicurezze e bisogno di protezione che la globalizzazione ha evidenziato, immigrazione e sfida dell'accoglienza. Torniamo a parlare al Paese e smettiamola di guardare al nostro ombelico: la nostra gente è stanca, non ci capisce e ha ragione».
(Pareri raccolti da Samuele Staffa e Riccardo Isola)