Lavoro, l’allerta dei sindacati: "Sarà un autunno di riduzioni di personale"

Romagna | 21 Settembre 2020 Cronaca
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Silvia Manzani
«Sarà un autunno con ripercussioni importanti, purtroppo, sia sulla tenuta occupazionale che sulla disponibilità di spesa delle famiglie. Covid o non Covid, le situazioni difficili saranno molte». Carlo Sama, segretario generale della Uil di Ravenna, è preoccupato per i mesi a venire: «Alle vertenze del passato, se ne aggiungeranno inevitabilmente altre. In certi casi vivremo le conseguenze, sul lavoro, della pandemia. In altre ci porteremo dietro questioni passate che non sono legate al Coronavirus ma che, da questo stallo, stanno subendo o subiranno un peggioramento». Sama si riferisce, in particolare, al settore oil&gas e a quello dell’agroalimentare: «Nel primo caso, se è vero che sono stati sventati emendamenti ancor più penalizzanti, è altrettanto vero che non ne abbiamo certo aggiunti altri che sblocchino la situazione. Il Covid non c’entra ma siamo davanti a un problema enorme. Nel secondo caso, possiamo puntare il dito contro le gelate ma resta il fatto che il quasi totale azzeramento delle produzioni agricole ha creato difficoltà per gli agricoltori e, a catena, sulle aziende che trasformano i prodotti». Guardando al mondo dell’industria e agli ultimi dati pubblicati dalla Camera di commercio sul manifatturiero, il sindacalista si dice allarmato: «Non calano solo i fatturati ma anche gli ordini. Il che ci indica come la cassa integrazione probabilmente continuerà in tanti contesti, mentre continuiamo ad assistere a un ritardo nei pagamenti. Lo stesso settore dell’artigianato, sebbene pronto a pagare i lavoratori, non può ancora disporre dei soldi del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato». La paura di Sama è che dopo l’attesa di questi mesi, possano profilarsi licenziamenti dopo l’estate: «L’incertezza è davvero assoluta su quello che accadrà. Qualche segnale positivo arriva dai settori che stanno ripartendo perché associati al rientro a scuola, come quello delle pulizie, del trasporti e della ristorazione. D’altro canto solo nei prossimi mesi, dati alla mano, ci renderemo conto di quel che è stato del lavoro stagionale in termini di assunzioni». A preoccupare Sama è il fatto che tutto il settore del commercio stia continuando a soffrire di una minore capacità di spesa delle persone: «Siamo davanti a un grave impoverimento generale».

«TROPPI AMMORTIZZATORI»
E sul lavoro parlano i numeri che ricorda Costantino Ricci, segretario provinciale della Cgil: «Al 31 agosto, in provincia di Ravenna, avevamo ancora 12.385 dipendenti coinvolti dagli ammortizzatori sociali. Ma erano anche in scadenza tante richieste, cosa che ci fa pensare che si verificheranno delle proroghe e che in molti non riprenderanno a lavorare. Dall’inizio della pandemia, sul nostro territorio, abbiamo avuto un totale di 41.547 persone in cassa integrazione, con un picco di 38.000 nello stesso momento. Insomma, la situazione è critica e simostra che la ripresa, ancora, non c’è». Ricci non si dice ottimista ma è convinto che, nei prossimi mesi, si dovrà discutere di riduzione del personale in diverse aziende: «Non ho sentori di vertenze ma in autunno mi aspetto, sperando di sbagliarmi, chiusure. Pezzi importanti di aziende andranno senza dubbio riorganizzati. Sono preoccupato, tra le altre cose, per le imprese che lavorano per la componentistica dell’automobile, come quelle che trattano la gomma plastica nel Lughese». L’auspicio è che, a compensare le perdite, possano essere i nuovi filoni di sviluppo che si prospettano per il Ravennate: «Ci attendono 240 milioni di euro per il porto, oltre all’hub ambientale per lo stoccaggio della Co2 e al progetto Saipem sull’eolico. la Pir sta realizzando i serbatoi di Gnl, gas naturale liquefatto: saremo i primi in Europa a utilizzarli per l’alimentazione delle navi, un altro segno che sulla transizione energetica questo territorio ha molto da dire. Si tratta di novità che si porteranno dietro, inevitabilmente, un indotto fatto di servizi e di infrastrutture. Ma non è ancora semplice fare previsioni precise in tal senso». 

«FLESSIONE ALLARMANTE»
Stesso umore per Roberto Baroncelli, segretario Cisl Romagna e responsabile del territorio di Ravenna: «Non ho segnali che potranno esserci vertenze nei mesi a venire ma il quadro generale è davvero complesso, con un uso massiccio degli ammortizzatori sociali. Per quanto i licenziamenti siano bloccati, che cosa succederà quando il blocco finirà? Andrebbe anche analizzata meglio la crescita dei licenziamenti nelle categorie ammesse, cosa che mi viene sottoposta dai colleghi. Non vorrei, come è già successo in passato, che in alcune aziende di piccole dimensioni ci fossero accordi economici tra dipendenti e datori di lavoro. Spero di sbagliarmi». Per il resto, per Baroncelli la preoccupazione è d’obbligo: «Le aziende che esportano all’estero o che importano la materia prima non se la passano bene, anche se molte delle attività in Italia sono riprese pagano lo scotto delle situazioni attualmente in corso negli altri Paesi. Penso al settore della ceramica, che ancora vive non poche difficoltà. Ma vedo, allargando lo sguardo, una flessione degli ordini che riguarda tutto il comparto manifatturiero. Sono dinamiche di fronte alle quali è dura fare previsioni ottimistiche per l’autunno e l’inverno». A tutto questo si aggiungono le crisi in campo agricolo e turistico: «Sono due settori che hanno lavorato molto meno rispetto agli altri anni e se è vero che sulla costa, nonostante gli allarmismi, alla fine la stagione c’è stata, guadagnare per due mesi non è come guadagnare per quattro». Il metodo migliore, per il segretario, è riunire intorno a un tavolo i soggetti coinvolti, facendo squadra: «Senza spirito di conflitto e con grande realismo l’unica maniera è confrontarsi e capire come fare qualche passo avanti verso la ripresa». All’orizzonte, infatti, si profilano anche nuove difficoltà: «Una delle grandi questioni che andranno affrontate sarà quella dei rinnovi contrattuali. Problema nazionale, per carità, che avrà però effetti diretti sul locale».
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