In mostra al Mic di Faenza 50 pezzi unici di Picasso

Romagna | 01 Novembre 2019 Cultura
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Sandro Bassi
A distanza di trent’anni, torna Picasso a Faenza. Nel 1989 era stato l’allora direttore del Mic, Gian Carlo Bojani, a dedicare all’artista spagnolo un’antologica; stavolta sono due ricercatori del museo Picasso di Parigi, Salvador Haro e Harald Theil, assieme a Claudia Casali direttrice del Mic, a metter assieme i cinquanta pezzi provenienti dal primo istituto con le molteplici, stimolanti opere del secondo esposte come fonti. E’ vero infatti che Picasso si misurò per tutta la vita con la ceramica in maniera ludica e rivoluzionaria, utilizzando tecniche poco ortodosse e per giunta modificandole, o addirittura stravolgendole in corso d’opera, ma tenne sempre presenti i classici, le civiltà mediterranee antiche prese come base e come ispirazione. Oltre a queste Picasso guardò le magiche terrecotte precolombiane, le ceramiche popolari italiane e spagnole, le nature morte floreali del ’700, i fauni e i satiri della mitologia greca e latina ripresi dalla poetica liberty.
Più che sciorinare, allora, l’ennesima «picassata ceramica» (comparsa peraltro a Ferrara nel 2000 e in altre occasioni successive, fino a quella recentissima di Palazzo Reale a Milano), il Mic ha preferito porre dei confronti, accostare gufi picassiani con civette di vasi greci, vasi di Vallauris - dove Picasso lavorò per venticinque anni, presso il laboratorio Madoura - con buccheri etruschi… far dialogare insomma Picasso con l’antico e con tutte le sue possibili fonti di suggestione, restituendo anche, almeno in buona parte, quel divertimento che l’artista di Malaga deve aver provato nel rielaborare, sbrodolare, pastrocchiare con questa materia. Materia che peraltro lui conosceva bene, perché l’aveva sperimentata nel 1906, con Paco Durrio a Parigi, poi nel ’29 con Van Dongen (e in mostra c’è un vaso di quel periodo e di quel sodalizio) e infine a Vallauris, dal 1947 fino al 1971. Complessivamente Picasso ha prodotto in vita circa 3mila manufatti ceramici; il suo rapporto con l’arte fittile, per quanto non paragonabile a quello con la pittura, fu tutt’altro che occasionale.
«Non potevamo poi - spiega Claudia Casali - non dedicare una sezione speciale al rapporto tra Picasso e Faenza. Con la nostra città lui fu davvero generoso, rispondendo alle richieste di Ballardini che dopo le distruzioni del 1944 aveva iniziato a far rinascere il Mic chiedendo aiuto ad altri musei, a collezionisti, ma anche agli stessi artisti. A Picasso scrisse lettere su suggerimento di Giò Ponti e di Tullio Mazzotti; e lui inviò nel 1950 il primo dono, cioè quel celeberrimo piatto con la Colomba della Pace espressamente dedicato al museo di Faenza, ma prima ancora ammonimento contro ogni guerra e distruzione».
A quel primo regalo seguirono altri quattro, con il Centauro, il Corteo di Uomini, il piatto con il Ritratto faunesco e infine il mirabile Le Quattro Stagioni con corpi seminudi di quattro donne eroticamente enfatizzati dalle forme del vaso stesso. Con quest’ultimo gioco, Picasso riesumava accorgimenti arcaici, già visti nel Medioevo con i boccali antropomorfi ma anche ben prima con i vasi greci o etruschi.
Ai cinquanta pezzi da Parigi si aggiungono due prestiti del museo «Remo Brindisi» di Lido di Spina (Comacchio), oltre, come detto, ai vari pezzi del Mic da esposizione permanente o dai depositi.
La mostra è integrata con documenti e soprattutto con gigantografie che ritraggono Picasso a Vallauris, mentre si sporca le mani con la creta e mentre ride spennellando i vasi che il miglior ceramista della Madoura gli torniva: i proprietari, Georges e Suzanne Ramié, gli avevano messo a completa disposizione tutto ciò che gli poteva servire. C’è anche un video storico girato proprio a Vallauris da Luciano Emmer nel 1954.

«Picasso, la sfida della ceramica». Dal 1° novembre 2019 al 13 aprile 2020 al Mic di Faenza. Visitabile da martedì a venerdì ore 10-16, sabato e festivi 10-17.30. Ingresso 14 euro, ridotto 10. Inaugurazione giovedì 31 ottobre alle 18. Prime visite guidate 8 e 15 novembre ore 17.30.
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