Imola, l’assessora Elena Penazzi sulla promozione turistica: «If non è in discussione, anzi la stiamo potenziando»

Riccardo Isola - «Da parte nostra non vediamo né sbilanciamenti nella gestione della promozione turistica né estreme criticità di efficacia ed efficienza dell’organizzazione e nel lavoro che la società di promo-commercializzazione che abbiamo con Faenza. Anzi proprio quest’anno potenzieremo l’organico di If con una nuova figura». Getta acqua sul fuoco l’assessora al Turismo del Comune di Imola, Elena Penazzi, sul grido di allarme che la sua collega faentina Sangiorgi aveva fatto su queste colonne (settesere n.7 del 21-02-2024) per quanto riguarda il comparto turistico. Smorza le problematiche e anzi rilancia.
Assessora quali sono le strategie che quest’anno metterete in campo per proseguire nella promozione e valorizzazione, in chiave turistica, di Imola e del territorio di questa parte di Romagna?
«Il 2024 per quanto concerne eventi, manifestazioni, opportunità e offerte per fare venire più turisti possibili, italiani e stranieri, sarà ricchissimo. E’ nel nostro dna ormai da anni offrire un ventaglio che sappia soddisfare esigenze differenti. Dai grandi eventi ospitati all’Autodromo, non solo motoristici e sportivi ma anche di respiro solidaristico, alla realizzazione di offerte misurate sulla fruizione sportiva, open air e di contatto diretto con l’ambiente che caratterizza il territorio collinare e di pianura c’è solo l’imbarazzo della scelta».
E i concerti?
«Questo è un capitolo delicato. Dopo il Covid le dinamiche dei grandi momenti concertistici è stato stravolto. Adesso un’amministrazione pubblica deve lavorare sempre di più per portarseli in casa, il tutto con investimenti di risorse pubbliche che diventano sempre più alti e per certi versi difficili da sostenere. Se non avessimo un cartellone, per quest’anno, strapieno è chiaro che si lavorerebbe con ancora più determinazione, ma non è il caso di questo 2024. Ci saranno, comunque, i concerti all’autodromo, ma avranno formule e dimensioni sicuramente diversi rispetto anche al recente passato».
La questione della promozione, nel senso della sua efficacia, viene però tirata in ballo sia dal versante pubblico che da quello privato, in questo caso faentino, con alcune problematiche di sbilanciamento verso Imola. E’ così?
«Secondo noi no. Basti pensare che entro pochi giorni proprio all’interno di If, in collaborazione e con l’accordo sereno e proattivo tra Imola e Faenza, verrà implementato l’organico con una figura altamente specializzata in ambito di strategie promozionali. una scelta condivisa proprio per cercare di aumentare visibilità, permeabilità e interesse da parte dei canali di incoming turistico nei confronti del territorio imolese e faentino».
Quindi If non è in discussione?
«Assolutamente no. Anzi, lo stiamo potenziando e lavoriamo in sintonia con Faenza proprio per veicolare messaggi attrattivi multipli e capaci di intercettare sempre maggiori e differenti segmenti di pubblico. Abbiamo diversi temi che possono intersecare le vocazioni attrattive dei territori, e su questi dobbiamo puntare sempre di più.  Destinazioni turistiche magari differenti, nelle loro macro dimensioni e ambienti di riferimento, ma che si intrecciano in modo molto efficace in ambito di promocommercializzazione e quindi economico. Lo sport all’aria aperta, l’enogastronomia, la musica, gli eventi internazionali, sia motoristici sia artistico-culturali, sono solo alcuni di questi».
Quindi Imola su cosa punterà?
«Quest’anno sarà un anno molto particolare soprattutto per lo sport. Al di là del Gran Premio di Formula 1 avremo il passaggio del Tour de France, la partenza in piazza Matteotti del Giro d’Italia femminile, diverse manifestazioni per le due ruote di eco internazionale come il Duathlon, eventi commemorativi legati al trentennale della morte di Senna e al ventennale della morte del grande campione romagnolo di ciclismo Marco Pantani».

Per le associazioni di categoria «c’è uno sbilanciamento su Imola»
«Noi non siamo contrari e ben che meno vogliamo bocciare l’operato fatto da parte di If-Imola Faenza tourism a priori, ma non possiamo certo affermare che fino a ora abbia prodotto  e riversato tutti quei risultati attesi. Bisogna lavorare affinché la promozione e la commercializzazione di pacchetti turistici cambi modus operandi. Abbiamo bisogno di aiutare questi territorio non solo nella diversificazione dell’offerta ma anche e soprattutto nella possibilità di accattivare il turista a sceglierlo per la qualità e la differenziazione delle proposte». Questo è, in estrema sintesi, il giudizio che arriva da Ascom-Confcommercio e Confesercenti Faenza, nelle parole del presidente Paolo Caroli e della responsabile faentina Chiara Venturi sull’operato della società pubblico-privata. Per Caroli, inoltre «Lo abbiamo sempre pensato e più volte detto che si nota uno sbilanciamento verso il territorio imolese a dispetto di quello faentino nella promozione. E’ vero l’Autodromo è una risorsa e un richiamo internazionale strategica e importantissima, ma anche il turismo lento che viene offerto nel territorio, le manifestazioni dal richiamo e dal respiro nazionale e mondiale come Buongiorno Ceramica, Argillà, il Mic solo per citarne alcuni, non sono da meno. Purtroppo non vediamo risultati e cambiamenti di rotta in questa direzione ed è su questo che crediamo si debba aprire, in primis con il pubblico, un tavolo di confronto che superi l’impasse che si sta vivendo. Serve all’economia e alla crescita complessiva di tutti». Non c’è, come detto una bocciatura aprioristica ma «una spinta affinché If, nel suo modo di proporre mete turistiche legate alle città d’arte, all’esperienza a contatto con la natura, al paesaggio, allo sport, in tutte le sue forme e non solo motoristico, guardi sempre di più a trecentosessanta gradi». Per la referente Confesercenti, Chiara Venturi «serve trovare una quadratura e una regia unica attorno a una miriade di soggetti che sui territori fanno promozione. L’offerta strutturale di posti letto, per i comprensori è differente per tipologia, e chi ne esce forse peggio è proprio Faenza. Il comparto leasure rispetto a quello business, questo molto più forte nell’imolese, stava dopo il Covid prendendo piede ma poi ci si è messa l’alluvione a scombussolare ulteriormente le carte. E non parliamo - prosegue Venturi - della questione aeroporto di Forlì che punta, gioco forza, a seguire la domanda e quindi a incentivare l’outcoming dei passeggeri a discapito di far crescere l’incoming per la Romagna. Infine - conclude - bene la questione mare ma se anche la politica e le amministrazioni non iniziano a puntare sull’entroterra e sulle città d’arte in modo ancora più sostanziale allora partiamo sempre con un deficit strutturale irrisolvibile».