IL CASTORO | Per Linda Maggiori vivere a impatto (quasi) zero si può

Romagna | 03 Giugno 2019 Blog Settesere
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Caterina Penazzi

Se fossimo tutti come Linda Maggiori forse la terra avrebbe una scadenza più lunga di quella degli yogurt. Mamma di quattro figli, educatrice e scrittrice di libri e articoli su giornali come Terra nuova, Nuova ecologia e sul mensile Bici, è molto attiva nell’ambito della difesa ambientale e molti lettori ne seguono il blog su ilfattoquotidiano.it.

La sua casa ci racconta tanto di lei e delle sue scelte: dalle tendine alle finestre ricavate dalle buste di caffè, alle pareti ricoperte da poster con slogan ambientalisti.

Da dove è nata l'idea di diventare una famiglia a impatto quasi zero?

«Tutto è partito da un incidente stradale avvenuto nell'estate del 2011 quando, mentre guidavo e trasportavo i miei figli, un’automobile ha sbandato e ci è venuta contro, distruggendo la nostra. Non ne abbiamo ricomprata un'altra e ci siamo informati sui vantaggi di non utilizzarla, in primis il risparmio degli spazi e il minore impatto ambientale. Sarebbe infatti una buona idea che due o tre famiglie ne condividessero una sola. Eravamo già sensibili alle tematiche ambientali e con la nascita del primo figlio ci siamo resi conto dell'enorme quantità di rifiuti che producevamo. Dal 2015 abbiamo provato a ridurli, in particolare l'indifferenziata e la plastica. Riduciamo il nostro impatto acquistando prodotti senza confezioni. Per sfruttare l'energia del sole ci piacerebbe installare dei pannelli solari, probabilmente sarà possibile quando cambieremo abitazione.  Adesso siamo soci di Rete energia, una cooperativa a livello nazionale che fornisce energia totalmente rinnovabile.»

Come sono organizzati i vostri rifiuti?

«Facciamo la raccolta differenziata, anche se i nostri rifiuti sono pochi e molti di questi li ricicliamo. Compriamo tutti prodotti biologici dal Gas, gruppo di acquisto solidale; andiamo raramente al supermercato, per ridurre la quantità di imballaggi;  per la frutta andiamo, con le nostre sporte e cassette, sia il lunedì al Bio Market che il venerdì al Mercato del contadino, vicino al parco Bucci. Collaboriamo con la bottega della Loggetta, partecipando a un progetto grazie al quale un ragazzo disabile ci porta la spesa a domicilio. Utilizziamo pannolini lavabili, di cui abbiamo un servizio di noleggio e come detersivo per i vestiti il percarbonato dell'erboristeria, insieme a scaglie di sapone di Marsiglia. Il mio sogno sarebbe sperimentare una lavatrice a pedali, anche se sarà molto difficile realizzarlo».

Come vi muovete da un luogo all'altro?

«Non avendo la macchina cerchiamo di muoverci a piedi e con le biciclette,  mio marito che lavora a Tebano, in una comunità di recupero per tossicodipendenti, raggiunge il luogo in bicicletta. Per spostamenti più lunghi utilizziamo i mezzi pubblici».

La vostra giornata tipo come si svolge?

«La giornata inizia con una colazione a base di biscotti e torte preparate da noi in casa. I nostri due figli più grandi vanno a scuola da soli, in bici, il terzo lo accompagno io in bicicletta. Siamo una famiglia di appoggio per l'affido diurno, per questo, nel pomeriggio, accogliamo a casa alcuni bambini per aiutarli nei compiti».

Come hanno reagito le persone intorno a te al tuo modo di vivere?

«C'è chi ha reagito bene dimostrandoci affetto e cercando di imitarci. Insieme ad altre famiglie di tutta l'Italia abbiamo creato una rete molto positiva di relazioni, accomunata dal non possedere l'auto. Parenti e amici inizialmente erano perplessi e ci incitavano in modo insistente a comprarne una. Quando si sono resi conto che eravamo davvero convinti, hanno accettato la nostra decisione».

Come possiamo imitare il vostro stile di vita?

«Sicuramente potreste partire a piccoli passi, ad esempio sarebbe importante ridurre carne e latticini, preferendo un'alimentazione a chilometro zero, oppure svolgere semplici gesti come la raccolta differenziata ed eliminare stoviglie usa e getta dalla quotidianità. Ho sperimentato che quando si comincia a vivere con uno stile volto a salvaguardare l’ambiente è difficile fermarsi».

Cosa pensi delle giornate «Fridays for future»?

«Partecipo attivamente alle riunioni organizzative, che si tengono più o meno una volta ogni due settimane. Venerdì 15 marzo, nella piazza del Popolo di Faenza, si sono riuniti tantissimi bambini e ragazzi di tutte le età, rispondendo positivamente alla proposta di scioperare per il clima, portata avanti dalla ragazzina svedese Greta Thunberg. Quel giorno sono stata veramente contentissima perché, secondo me, è fondamentale che i ragazzi si preoccupino sempre di più delle tematiche ambientali, per essere direttamente coinvolti nella salvaguardia del loro futuro».

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