Glen Velez, Scaioli e Tadini chiudono il percorso ravennate delle «100 Percussioni»
Si avvia verso il gran finale l’ambizioso percorso-progetto delle 100 Percussioni, che ha scandito - è proprio il caso di dirlo - l’avvio del Ravenna Festival 2019, riportando l’arte musicale alla sua essenza ritmica, ma svelando anche le possibilità espressive meno scontate, per non dire proprio quelle recondite, degli strumenti più praticati dall’uomo fin dall’antichità.
Molto intensa la giornata di venerdì 14, con la bellezza di quattro eventi per altrettante «visioni» del ritmo, cominciando alle 18 al teatro Alighieri, che accoglierà le percussioni di Antonio Caggiano e l’elettronica di Alvise Vidolin in Terra, composizione contemporanea di Nicola Sani, cui farà seguito alle 19 in piazza del Popolo l’esibizione della marching band delle 100 Percussioni del Chigiana Percussion Ensemble, tanto per dare «una svegliata» alla città sul far della sera. Alle 21 ci si trasferisce negli austeri spazi dell’Almagià dove suonerà un mito vivente delle percussioni e in particolare della famiglia dei tamburi a cornice: si tratta di Glen Velez, autentico esploratore della timbrica, della storia e della possibilità di questi strumenti, che ha studiato a 360 gradi, accompagnato per l’occasione dalla vocalist Loire Cotler e da due percussionisti aggiunti. In chiusura, alle 22.30 l’attiguo spazio all’aperto del Darsena Pop Up sarà invaso dal suono cosmico dei Percussion Voyager, il collaudato duo formato da Matteo Scaioli e Maurizio Rizzuto.
Sabato 15, alle 21 al Pala De Andrè, andrà infine in scena il gran finale, con le 100 Percussioni impegnato nell’anteprima mondiale di Tamburi nella notte del compositore Michele Tadini (già al lavoro con il Ravenna Festival per le 100 Chitarre dell’anno scorso), un brano affidato a cinque ensemble di percussioni diretti da Antonio Caggiano e con solisti di valore come Domenico Candellori, Diego Occhiali, Marco Zanotti e Daniele Sabatani.