Faenza, Gruppo Astra tra i protagonisti degli interventi post alluvione, in oltre un mese raccolti 100mila metri cubi di materiale

Riccardo Isola - Non solo uomini e mezzi della Protezione civile, dell’esercito, dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Non solo centinaia e centinaia di volontari provenienti da ogni parte d’Italia e non solo. A Faenza e in generale nel territorio della Bassa Romagna colpite duramente dalla doppia alluvione di maggio, anche le aziende del territorio hanno svolto un ruolo strategico e fondamentale per dare una mano allo sgombero dei rifiuti, del fango, della pulizia delle strade e quindi di un lento ma necessario ritorno verso la normalità. Una normalità finita sotto vari metri di acqua e fango a causa dell’esondazione dei fiumi e della tracimazione del sistema fognario. Tra queste c’è anche il gruppo Astra di Faenza. Un lavoro portato avanti dalle prime ore del 17 maggio e non ancora finito del tutto anche se l’emergenza vera e propria si è conclusa. Anzi, i mezzi e gli uomini del gruppo con sede a Faenza, hanno lavorato instancabilmente per recuperare e smaltire le decine di migliaia di tonnellate di «rifiuti» accatastati lungo le strade provenienti dalle cantine, dai garage e soprattutto dalle case alluvionate.
A farne un bilancio è Stefano Gabusi direttore del gruppo Astra. «In queste settimane abbiamo messo in campo tutta la nostra esperienza e capacità. In pratica ogni giorno, a turni, abbiamo portato in strada 30/35 equipaggi composti da 30/35 automezzi e conseguenti operatori a cui si sono aggiunti circa 7 coordinatori. Abbiamo effettuato servizio h24 e in totale abbiamo raccolto e stoccato nelle aree predisposte, prima al PalaCattani, poi nel parcheggio dietro le ex Perle e anche all’interno di un’area messa disposizione di un nostro socio in località Sant’Andrea, quasi 100mila metri cubi di materiale raccolto sulle strade. Stiamo parlando i 50mila tonnellate in tutto». Un lavoro «realizzato in stretta collaborazione con le istituzioni e con Hera - spiega Gabusi - che ha visto in primis la priorità di sgomberare tempestivamente le strade dalle montagne di cumuli di macerie, mobili, ingombranti, elettrodomestici e in via generale tutto ciò che i cittadini colpiti dalla furia dell’acqua non potevano più recuperare». Una infinita distesa di effetti personali che il direttore, conferma «non aver mai visto in 50 anni di vita». Stando ai numeri si parla di fatto della raccolta, in un mese, della quantità di «rifiuti» che si produce nel faentino in un anno.
«E’ stato ed è un lavoro enorme che adesso prosegue con una cernita all’interno delle zone di stoccaggio per cercare di differenziare alcuni dei materiali presenti. Stiamo ragionando - prosegue il direttore di Astra - soprattutto dei Raee che entreranno nella filiera de mentre i restanti rifiuti saranno inevitabilmente inviati agli impinati di termovalorizzazione e discariche». Se questa è la fotografia operativa di quello che è stato, Astra sarà ancora protagonista nella fase presente e futura. «Nelle aree colpite - spiega il direttore - progressivamente riprenderà il servizio di raccolta Porta a porta dei rifiuti. Per ora il sistema adottato è quello tradizionale dei cassonetti e quindi vanno svuotati con un calendario quotidiano ben preciso. Poi servirà quindi riprendere quello del pap in queste zone mentre non ha mai smesso die ssere attive in quelle aree non alluvionate».
Infine Astra sta anche pensando «mano a mano che la situazione andrà a stabilizzarsi – sottolinea Gabusi – anche come Gruppo Astra di realizzare iniziative mutualistiche e solidali nei confronti delle persone che sono state colpite da questa tragedia. Solo in Astra – conclude – abbiamo, infatti, tre nuclei famigliari che hanno perso quasi tutto».