Faenza, dopo Covid e alluvioni il settore alberghiero rialza la testa puntando sulla differenziazione

Romagna | 29 Marzo 2024 Cronaca
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Riccardo Isola - Superato il Covid, non senza poche difficoltà, rialzandosi, seppur con lenta progressione, dal «fango» delle due alluvioni, il comparto turistico e dell’ospitalità faentina cerca di «tirare su» la testa. Una situazione non certo facile ma che sta però dando i suoi primi risultati, anche grazie all’apertura della stagione 2024 che proprio sotto Pasqua parte ufficialmente. Se contiamo poi che di posti letti, in ambito alberghiero, il territorio faentino non è che abbondi (vedi box, ndr) proviamo a fare una fotografia su cosa ci si aspetta nell’immediato futuro con alcuni dei protagonisti di questo importante e strategico asset economico. Nella città di Faenza le cinque strutture stanno in questo momento andando abbastanza bene. A distanza di quasi un anno da quel fatidico doppio ceffone d’inizio e metà maggio, adesso di turisti, di diverse tipologie dal business al leausure, cominciano a vedersi. Lo conferma anche la Locanda Spadoni. Location ricettiva posta strategicamente nell’asse viario che dall’autostrada porta verso il centro città. «Con la nostra Locanda, che mette a disposizione dodici camere - spiega la delegata del cda del Gruppo, Beatrice Bassi - durante tutto l’anno puntiamo soprattutto su una cliente business. Nel periodo estivo, invece guardiamo a diversificare l’incoming soprattutto per un turismo di piacere. Grazie anche alla nostra piscina e alla grande area verde (apertura solo area esterna il 25 aprile), che permette comodamente di ospitare fino a centocinquanta lettini-ombrelloni possiamo così aumentare l’appeal. Stiamo - aggiunge Bassi - lavorando con gruppi di accoglienza e incoming turistici a livello nazionale per promuovere, sempre nella bella stagione, pacchetti capaci di intercettare le esigenze di turisti, non solo nazionali, che vogliano scoprire la bellezza, il patrimonio artistico-culturale e l’emozione di vivere in questa parte di Romagna. E’ chiaro - chiude la delegata del Gruppo - che Covid prima, alluvione poi e difficoltà di reperimento di personale qualificato che voglia mettersi in gioco non stanno giocando a favore di un comparto difficile come quello dell’ospitalità e della ristrazione. Una sfida che contiamo però di riuscire a vincere con determinazione e costanza nel servire sempre offerte di alta qualità, a trecentosessanta gradi». Da Riolo Terme, una delle storiche «capitali» turistiche della collina faentina, arriva una importante sfida in ambito di ospitalità. Da circa un mese, infatti, il Grand Hotel Terme è passato sotto la gestione di Devira Groups, holding guidata dall’amministratore delegato Corrado Della Vista, che al proprio interno possiede una dozzina di altre strutture sparse in regione, e che ha deciso di investire a sud della via Emilia. Lo ha fatto con idee e obiettivi ben precisi: «puntare su un’offerta legata al termalismo e al wellness durante tutto l’anno. Lavorando - sottolinea la direttrice della struttura presente all’interno dell’area termale riolese, Pamela Lobuono - in stretta sinergia con lo stabilimento termale, anche grazie al lavoro innovativo per questa realtà che sta facendo il direttore commerciale Emanuele Salvatori, vogliamo portare la fruibilità dei soggiorni legati al benessere durante tutto l’anno. Grazie alle nostre sessantacinque camere - aggiunge la direttrice - tra matrimoniali, triple, quadruple e suite, vogliamo inoltre allargare la clientela. Ma non ci vogliamo fermare al core business storico. Vogliamo infatti uscire da offerte esclusivamente legate al termalismo ‘vecchio stile’, ma anche e soprattutto a soggiorni che a trecentosessanta gradi sappiano intercettare le esigenze delle coppie, delle famiglie e sempre di più anche di una clientela business, oggi non totalmente sfruttata». Le potenzialità anche dopo Covid e alluvioni stanno aumentando e si stanno soprattutto diversificando. «Enogastronomia, paesaggio, relax, emozione - aggiunge - sono le direttrici che stanno guidando questa nuova strategia di incoming turistico. Inoltre tra le novità presenti da questa stagione c’è l’apertura dello spazio wellness anche ad orari serali, dalle 18 alle 23, il venerdì e sabato, il tutto con importanti convenzioni per la nostra clientela con lo stabilimento».

Nella Romagna faentina le strutture alberghiere sono diciassette
La «penuria» di posti letto nel territorio della Romagna faentina è palese. Non da oggi. A portarla alla ribalta dell’opinione pubblica, al di là delle statistiche turistiche ufficiali, è stata soprattutto l’alluvione del maggio 2013. Le famiglie sfollate dalle proprie abitazioni invase da acqua, fango e detriti, infatti, hanno riempito subito le camere messe a disposizione nella fase di emergenza dovendo anche raggiungere altre strutture dislocate in varie altre località romagnole. Tornando però alla questione relativa agli scopi prettamente turistici, tra i sei Comuni dell’Unione faentina, di cui solo quattro a «forte» vocazione attrattiva (Faenza, Riolo Terme, Brisighella e Casola Valsenio), le realtà alberghiere e gli hotel disseminati sulla via Emilia e sud della stessa sono diciassette. La realtà con più hotel e alberghi è la città d’acque collinare. Riolo Terme ne conta otto: Grand Hotel Terme, Antico Borgo hotel, Hotel Ciclamino, Hotel cristallo, Hotel Senio, Hotel Serena, Hotel Franca e il Residence Miravalle. Segue quindi il capoluogo manfredo con la presenza di cinque strutture. Qui ci sono il Villa Abbondanzi resort, l’Hotel Cavallino, l’Hotel Vittoria, la Locanda di Casa Spadoni e il B&B Hotel Faenza. Per quanto concerne le categoria si conta un quattro stelle superior, due quattro stelle, un tre stelle superior e un tre stelle. Infine a Brisighella le realtà alberghiere si fermano a quattro. Si tratta dell’Albergo la Rocca, dell’Albergo La Meridiana, il Tre colli e la Locanda Cavallina. Non si registrano invece strutture, ce n’era una decenni fa ma non decollò mai, a Casola Valsenio. Di ben altro numero è invece l’offerta dei posti letto per bed&breakfast e agriturismi. In queste categorie se ne contano diverse decine per ogni località. (r.iso.)
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