Csi Faenza, un pieno di sorrisi al giro di boa: «L’attività è in ripresa in tutte le discipline»

Romagna | 24 Gennaio 2023 Sport
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Tomaso Palli
È tempo di bilanci parziali negli enti di promozione sportiva. E tra questi c’è il Centro Sportivo Italiano (Csi) nel Comitato di Faenza che è guidato dall’imprenditore agricolo Alessandro Neri. Insieme a lui, giunto a metà mandato dopo due dei quattro anni previsti, ecco una visione d’insieme tra quello che è stato e quello che, superato il periodo complicato della pandemia, tornerà ad essere.
Neri, qual è il bilancio del 2022 da poco concluso?
«Serve sicuramente fare un confronto con il 2021 e quindi con un anno pandemico. L’attività è stata in ripresa in tutti gli sport. Quelli al chiuso, penso a basket, pallavolo e nuoto, hanno reagito positivamente anche se la reazione è stata più lenta rispetto alle attività che si svolgono all’aperto. Il motivo principale è legato ai costi, le società hanno accusato il colpo e hanno avuto la necessità di riorganizzarsi. C’è però un problema che la pandemia ha evidenziato».
Prego.
«Le persone vogliono sentirsi libere, senza più legarsi a regole. Vogliono fare sport sì, ma come e quando lo desiderano loro senza legami di ogni tipo e senza responsabilità. Comunque, tornando al bilancio: tutti gli sport, con più o meno difficoltà, hanno retto. L’eccezione è il calcio, l’unico capace di crescere».
Quali sono le vostre principali attività?
«Accanto agli sport classici come calcio, basket, nuoto e pallavolo, ci sono alcuni momenti che ci tengo a ricordare. Il primo è la 50x1000 in occasione della 100 km del Passatore: è sempre una bella soddisfazione far vivere ai giovani, seppur in un solo chilometro, questa esperienza. Di egual valore, il Gioca Sport. Durante la pandemia si è interrotto ma quest’anno abbiamo la possibilità di riprendere coinvolgendo quarte e quinte elementari. Uno degli aspetti che più mi rende orgoglioso è che la quasi totalità dei dirigenti scolastici e degli insegnanti abbia aderito. È un’esperienza che permette ai ragazzi di provare diversi sport per poi fare una scelta e magari trovare quello che li accompagnerà per la vita».
C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere nel vostro impegno?
«Sì, perché qualche limite c’è. Il più evidente, nonostante il nostro sia un comitato piccolo e non certamente paragonabile ad altri considerati vere e proprie potenze, è il campo della disabilità. Siamo un po’ indietro ed è una cosa che mi piacerebbe migliorare».
Quali sono i territori che gestite?
«I confini sono quelli della diocesi: da Marradi, fino a Russi. Avevamo anche il lughese che ora, nelle sue nuove società, è passato sotto Ravenna. A noi sono rimaste solo le vecchie, quelle già iscritti ai nostri campionati. Ma in alcune attività c’è collaborazione: ad esempio, per pallavolo, basket e ciclismo si parla di Comitato Romagna e non della sola Faenza. Unire le forze, operare e giocare insieme, confrontarsi con altre realtà, sono tutti aspetti molto utili. È meglio fare così piuttosto che restare con le stesse facce dello stesso comitato, no? (sorride, ndr)».
Veniamo al suo quadriennio: è a metà del suo mandato, si sente soddisfatto del lavoro fatto?
«Quando mi chiesero di fare il presidente, non mi rendevo conto cosa potesse significare. Oggi, dopo due anni, ho acquisito maggiore consapevolezza del ruolo, con una visione più chiara delle responsabilità, e mi sento moderatamente soddisfatto». 
Quali obiettivi si è posto, insieme al consiglio, per questo nuovo anno?
«Sicuramente proseguire il lavoro intrapreso con le parrocchie. Andando nel concreto, riproporre il calciotto, organizzato ai Salesiani prima della pandemia. Coinvolgemmo tante squadre in una competizione con regolamento calcistico ma anche etico. Una di queste si è poi strutturata e oggi partecipa al campionato Csi Open. Accanto a questo, organizzato con Azione Cattolica, vorremmo creare un evento simile ma legato alla pallavolo. E poi, visto il momento, potrebbero tornare alcune che con la pandemia sono state sospese. Ma l’obiettivo è sempre quello di riportare e legare all’oratorio, o ai circoli, la nostra attività principale».
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