Cervia, Federalberghi: "A fine stagione ci sarà un'emorragia"
Silvia Manzani
«Quando leggo che le due settimane centrali di agosto risolleveranno le sorti della stagione, mi metto le mani nei capelli. Se così fosse, in circostanze normali noi nel giro di un’estate diventeremmo plurimilionari». Gianni Casadei, presidente Federalberghi Ascom Cervia, non si definisce un pessimista. Ma quest’anno, più che mai, il realismo a suo parere è d’obbligo: «Se l’obiettivo era vedere le strutture aperte e la gente in vacanza, direi che è stato centrato. Se, invece, il ragionamento è aziendale e ha a che fare con i fatturati e gli investimenti per il futuro, il discorso è ben diverso: i più bravi, probabilmente, lavoreranno in pareggio mentre gli altri andranno in perdita». I segnali positivi, per Casadei, ci sono. Ma non possono certo ribaltare il destino di una stagione partita zoppa: «Alcuni alberghi che sembrava non avrebbero riaperto in realtà hanno riaperto, alcuni ristoranti sembrano addirittura lavorare più del 2019, per strada il senso di abbandono non si respira. Se ci vogliamo accontentare, tutto questo è sufficiente. Ma se si guarda con occhio più critico la situazione, si noterà che le segreterie degli hotel lavorano a spron battuto per rispondere a richieste di informazioni che spesso non si traducono in effettive presenze, che mandano moltissimi preventivi ma poi, alla fine, le prenotazioni quest’anno sono poche, frammentate, per pochi giorni. Insomma, la sera si ha l’amaro in bocca». L’altro tema importante, per il presidente, è che la conta vera dei danni sarà possibile solo tra qualche mese: «Il tutto esaurito di Ferragosto non deve trarre in inganno, al massimo andrà a limare le perdite ma non ci metterà al riparo da tutto. Così come non deve ingannare la liquidità che spesso, durante l’estate, le strutture alberghiere hanno, lo dico soprattutto alle nuove gestioni. A fine settembre, quando si vanno a saldare gli acconti per la prossima stagione e si vanno a pagare i fornitori, il conto corrente a poco a poco si svuota. Davanti a quella emorragia ci sarà, davvero, da rimboccarsi le maniche. Credo davvero che si dovranno trovare forme di aiuto e sostegno per chi sarà, inevitabilmente, in difficoltà». D’altro canto, per Casadei, se molti albergatori hanno provato a risparmiare, i tagli sui costi da soli non bastano: «Si potrà assumere un cameriere in meno, non certo cinque. Si potranno tenere meno rimanenze in magazzino. Ma sono piccole azioni che, nell’insieme, non spostano la sostanza di una stagione». Il sorriso, però, lo si mantiene comunque: «Facciamo un lavoro di relazione con la clientela. Chi ci sceglie e ci dà fiducia va trattato con le dovute maniere, anche perché è una delle poche fonti di gratificazione rimaste».