Caso SeaWatch, è di Faenza l'avvocato Gamberini, che ha difeso e "salvato" la comandante Carola
E’ stato l’avvocato faentino Alessandro Gamberini a difendere e «salvare» la «mitica» comandante della SeaWatch, Carola Rackete. Forse non tutti sanno che quell’ometto brizzolato con i baffetti «arguti», che è apparso in molti telegiornali in questi giorni dal porto di Lampedusa, è cresciuto e vive a Faenza. In prima linea da mesi a difendere le Ong che accolgono migrati in mezzo al mare, Gamberini ed i suoi collaboratori, hanno agito sempre in punta di diritto in favore dei più deboli.
LA LIBERAZIONE
Con queste parole hanno gioito alla notizia del rilascio della giovane comandante. «Il provvedimento del gip di Agrigento ripristina il primato del diritto rispetto a quello della forza» hanno sottolineato gli avvocati di Carola Alessandro Gamberini, Salvatore Tesoriero e Leonardo Marino, per i quali la decisione dimostra «l’illegittimità della pretesa di chiudere i porti da parte del ministro dell’Interno», e fa prevalere «l’incolumità della vita rispetto all’arbitrarietà di scelte operate solo per motivi propagandistici». Non è un caso che sia stato proprio l’avvocato Gamberini, professore e penalista illustre, a fornire supporto legale alla giovane capitana della ong olandese. Lo studio è stato in prima linea nella crisi della Juvente e della Open Arms e ha sempre risposto presente quando c’erano da difendere e tutelare i diritti umani, non solo quelli dei migranti. «La messa all’indice delle Ong, tacciate di essere dei taxi del mare o delle navi pirata, ci imponeva di schierarci e dare battaglia per evitare che su questo tema molto complesso che occuperà i decenni a venire, passassero teorie fuori dal diritto», ha sottolinea il legale alle agenzie.
IN PUNTA DI DIRITTO
«Ma è proprio muovendosi con il faro del diritto che ci si rende conto dell’ipocrisia di certe scelte politiche. Ma va anche detto che all’incrudelimento delle parole e delle azioni occorre rispondere schierandosi. In questo mondo che va imbarbarendosi sempre più, chi ha a cuore categorie elementari di solidarietà ha il dovere di muoversi e farsi parte attiva, come ha fatto Carola sulla sua pelle».
NESSUN AVVISO DELL’ATTRACCO
Infine sulla manovra che ha portato a sorpresa in porto a Lampedusa la Sea Watch, Gamberini aveva ammesso il giorno seguente che nessuno dei legali era stato avvertito: «Né io né Leonardo Marino, l’altro penalista che segue la Sea Watch, eravamo stati avvertiti di questa manovra che immaginiamo la comandante abbia preso perché la situazione a bordo, e quella che si veniva prospettando, non lasciavano sperare in una conclusione rapida della vicenda. C’erano turni anche di notte per controllare che tra i migranti non ci fossero gesti di autolesionismo. La sua è stata una scelta improvvisa. Nell’ultimo colloquio con l’avvocato Marino e con la portavoce della ong Giorgia Linardi, avvenuto alle dieci di sera, non c’era nulla che lasciasse presagire quanto poi è avvenuto». (m.p.)