Calcio, lo stop ai settori giovanili fa discutere: "Pochi rischi in campo, serve buon senso"

Romagna | 23 Ottobre 2020 Sport
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Lorenzo Pelliconi - Andrea Voria
Il nuovo Dpcm, presentato domenica sera, ha, fra gli altri, toccato anche il mondo dello sport, in particolare quello dei ragazzi e dei settori giovanili. Gli allenamenti, infatti, restano consentiti, ma solamente in forma distanziata e individuale; inoltre, il nuovo decreto ha bloccato tutte le partite dei campionati “non di interesse nazionale”, sospendendo perciò tutte le partite di campionati a livello provinciale, cioè la stragrande maggioranza di quelli disputati dalle varie società. Fra sacrifici, disagi e spese extra sostenute per adeguarsi, ecco le reazioni di alcune società del panorama locale.

QUI RUSSI
Il settore giovanile dei falchetti, uno dei più floridi della zona, si trova a dover fermare quasi tutte le partite delle proprie squadre. Claudio Rondinelli, uno dei responsabili del settore giovanile, commenta così: «Il decreto non è stato troppo chiaro, perché si parlava di attività di base, di settori giovanili, di campionati provinciali e nazionali: aspettiamo un comunicato della Figc che chiarisca tutto per filo e per segno, anche se da quanto abbiamo appreso per noi rimane in piedi una sola squadra». Solo i Giovanissimi Interprovinciali, che disputano un campionato interprovinciale, potranno proseguire la propria attività. Inoltre, l’organizzazione di allenamenti individuali diventa problematica per la società, perché è molto difficile praticare uno sport come il calcio in questa maniera. «Noi abbiamo da subito responsabilizzato gli allenatori, spiegando loro come bisogna comportarsi in questa stagione, fornendo loro tutto il materiale. Le attività consentite, ad ora, diventano poche, perché al di là di lavori atletici o di tecnica individuale non si può fare molto per evitare il contatto. Noi, comunque, proseguiremo la nostra attività, che più che sportiva diventa ora prettamente sociale, cercando di dare ai ragazzi quei due o tre allenamenti settimanali per svagarsi e uscire di casa». La società, così come molte altre del circondario, si è dovuta espandere su molti altri impianti e campi, evitando la sovrapposizione di squadre nello stesso momento e nello stesso luogo, così da evitare di fermare tutto il settore giovanile nel caso in cui venga rilevato un positivo.

QUI SANPAIMOLA
«Difficile dare un giudizio su questo ambito, perché è un argomento complicato e delicato», dichiara Anselmo Andraghetti, presidente onorario della società. «Fermare completamente lo sport credo sia sbagliato, al momento però dobbiamo giustamente adeguarci a fare sport in sicurezza e con le dovute accortezze». Per la formazione rossoblù, Juniores e Allievi continueranno a giocare facendo parte di campionati elite, mentre per tutte le altre vale il discorso degli allenamenti individuali, senza partitelle, partite e amichevoli.

QUI MASSA
«Come società il Massa Lombarda si è adoperata fin da subito per poter rispettare tutte le nuove norme, dal controllo della temperatura all’ingresso con volontari a cui va il nostro ringraziamento al distanziamento negli spogliatoi - sottolinea il direttore sportivo Marco Menghi - il nostro presidente ha effettuato investimenti per adeguare le docce alle nuove esigenze, con separazioni fra i vari box doccia, oltre a un controllo continuo e mirato sui ragazzi negli allenamenti. Non so se tutte le squadre hanno fatto esattamente il loro dovere, per questo ritengo giusto e opportuno bloccare le partite di campionato in modo che il grande lavoro di chi si è adoperato per essere in regola non venga influenzato negativamente da chi invece non rispetta proprio tutto alla lettera. Sugli allenamenti, ritengo invece che si possano continuare in tranquillità, perchè poi è lo sport fatto in un posto sano e praticato in locali e strutture sicure che tiene lontani i ragazzi da altri luoghi dove il contagio è molto più facile, come in una sala giochi, un bar o un altro luogo al chiuso. La nostra attività calcistica essendo all’aperto gode di questo aspetto positivo».

QUI FAENZA
“Non credo abbia senso far giocare le squadre dei campionati regionali e fermare quelle provinciali - commenta il direttore sportivo del Faenza, Nicola Cavina - credo che la cautela sia d’obbligo in questi casi, visto che non ci sono ancora dichiarazioni precise della Figc, ma leggendo il decreto credo che si possano creare delle distorsioni, facendo giocare magari gli Allievi e i Giovanissimi Regionali, e magari non gli Allievi Provinciali. Se si bloccano i campionati, a mio avviso si devono bloccare tutti, mantenendo gli allenamenti che sono davvero un presidio importante per i ragazzi e le famiglie per non disperderli in altre situazioni più a rischio di contagio. Come società ci siamo impegnati molto e così come tutti abbiamo avuto costi maggiori per poter essere in linea con tutto, credo si debba valutare con buon senso ciò che si può fare e cosa no». 
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