Calcio, i procuratori ravennati Ferrari e Tricoli: "Svalutazioni, scambi e... talento: ecco come cambierà il calciomercato"

Romagna | 15 Maggio 2020 Sport
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Luca Alberto Montanari
In questi due mesi e mezzo di convivenza con il Coronavirus, dentro le curve e i saliscendi di una drammatica pandemia, hanno alzato la voce e provato a pontificare in tanti, sottolineando che il calcio (come del resto tutti gli altri sport) verrà travolto dall’onda del virus. Al di là di inevitabili ripercussioni economiche, aspettando date ufficiali ancora ipotetiche (quando finirà questa stagione? quando comincerà la prossima?), il mondo del calcio verrà profondamente colpito anche in una fase che sarebbe dovuta cominciare proprio in questi giorni e che, ogni estate, alimenta i sogni e le speranze dei tifosi di tutte le squadre: il calciomercato. Nel limbo dei dubbi vivono anche quelle figure da sempre associate ai mesi estivi: i procuratori sportivi, alias agenti dei calciatori. A Ravenna e provincia ce ne sono due: Fabrizio Ferrari e Paolo Tricoli. A loro abbiamo chiesto cosa cambierà quest’estate nel mondo del calcio e naturalmente nella vita di un procuratore.
Per il mondo del calcio, cosa significa fermarsi per almeno tre mesi e voi che idea vi state facendo di questo momento?
Ferrari: «Questo stop inaspettato ha messo e sta mettendo alla prova tutti. E’ stata una crisi molto sentita da tutti e quindi anche dai club, che ovviamente non potevano essere pronti per difendersi da questo tsunami. Al momento non si può neppure più parlare di calcio, perché gli allenamenti individuali non c’entrano nulla. Vedremo cosa succederà dopo il 18, ma è impossibile guardare avanti e pensare a una ripartenza oggi».
Tricoli: «Il calcio beneficia e risente della situazione intorno a sé. Mi auguro si possa trovare una combinazione giusta per fare concludere almeno i due campionati più importanti, cioè serie A e serie B. Lo dico per una serie di motivi, sia economici, ma anche mentali e sportivi, perché il calcio è lavoro ma anche una valvola di sfogo. Non so i tempi, non c’è ancora nulla di chiaro, dobbiamo solo aspettare».
Normalmente da metà maggio si cominciava già a parlare della stagione successiva. Oggi, invece, un procuratore di cosa si occupa?
Ferrari: «Io ne approfitto per studiare, molto più di prima. Ho due agenzie a Milano e Parigi, guardo giocatori francesi, in Belgio, mi aggiorno con Wyscout, poi faccio tante video-chiamate con i giocatori, almeno tre al giorno. Il nostro compito è far capire a ragazzi molto giovani come è la situazione, motivarli nell’allenamento, spiegare i rischi e gli scenari. Poi ci sarebbe il mercato, perché siamo a metà maggio, ma oggi parliamo solo di un mercato virtuale, non ci sono incontri e al massimo solo telefonate o videochiamate, ma il margine di concretezza di una trattativa non è quantificabile. Anche perché pochissime squadre, specialmente dalla B in giù, hanno un’idea sul budget del prossimo anno».
Tricoli: «In questo momento siamo stati molto vicino ai ragazzi. Nella prima fase io ho fatto anche lo psicologo o il fratello maggiore. Adesso, per fortuna, qualche società e qualche direttore sportivo cominciano a farsi delle idee. Da una settimana, al posto delle telefonate per accertarsi come stiamo, ricevo telefonate di mercato: le società cominciano a chiedere chi spostare e chi confermare e la macchina sta finalmente partendo».
Qual è il vostro pensiero sul tema degli stipendi?
Ferrari: «Credo che i calciatori debbano mettersi in testa che tutti subiremo conseguenze da questa situazione. Credo sia accettabile rinunciare al massimo a un mese e mezzo, chi chiede di togliere tre o quattro mensilità invece esagera. Ma in questa situazione entriamo anche noi procuratori. Sfido a trovare qualche collega che sia stato pagato negli ultimi 4-5 mesi».
Tricoli: «E’ un tema molto delicato. Non mi è piaciuto l’atteggiamento di tante società, soprattutto di C, che su questa situazione ci hanno e ci stanno provando a marciare. Il calciatore viene considerato da tutti un privilegiato. In realtà lo è e non lo è, nel senso che non è vero che ti regalano i soldi perché giochi a calcio, specialmente in B e in C. Tutti pensano a Cristiano Ronaldo, ma in C è completamente diversa la questione. Io sto ragionando con le società e con i ragazzi, ma un conto è un gesto o un venirsi incontro, un conto è non ricevere 3-4 mensilità».
Domanda tecnica: i giocatori, durante questo stop, si svalutano?
Ferrari: «Leggevo un’inchiesta interessante sulle percentuali di svalutazioni nel mondo. Si parlava del 26 per cento in media. Per me saranno completamente diverse: altissime per i giocatori di basso livello, irrisorie per i più forti. Se vuoi comprare Mbappè, devi pagare parecchio anche oggi…».
Tricoli: «Sì, innanzitutto per un motivo. Gli ultimi due o tre mesi di una stagione sono spesso determinanti nella valutazione, tecnica e quindi anche economica, di un qualsiasi calciatore. Perché, prima di una sessione di mercato, sei abituato a ricordare quello che un calciatore ha fatto negli ultimi 2-3 mesi e non a inizio anno. E’ innegabile che uno che prima della sosta valeva 10, stando 3-4 mesi fermi, possa poi valere 7, perdendo quindi un 20-30 per cento del proprio valore».
Come si immagina il prossimo calciomercato?
Ferrari: «Io sto lavorando come se il mercato fosse nelle date normali, perché devo trovare e garantire soluzioni a tutti i miei giocatori. Ma so che non saranno date normali. I grossi trasferimenti, milionari, verranno spostate in avanti di almeno 6 mesi. Il mercato cambierà, servirà talento, saranno fatti più scambi e operazioni a basso costo. In tanti vorranno abbassare i budget, anche i club più ricchi. Ma ad agosto un colpo per club ci sarà».
Tricoli: «Sarà un mercato con poche scommesse, e si andrà sul concreto. Ci saranno tanti scambi. Servirà più talento e ci sarà meno margine di errore. Per le date vedremo. Dipende molto da quando finirà questa stagione, non puoi sovrapporre un mercato a una stagione in corso programmando il campionato successivo. Penso che possa bastare anche un mese, mentre due o tre settimane sarebbero poche».
Quale sarà l’aspetto più difficile per un procuratore?
Ferrari: «Far comprendere tutto quello che abbiamo detto ai calciatori. Molte volte vivono in una bolla e non riescono a comprendere la realtà effettiva della problematica».
Tricoli: «Per un procuratore la difficoltà più grande è far rimanere concentrati i calciatori e far capire al club che, per quanto possa essere in difficoltà una società, è logico che certi parametri non dovranno essere intaccati».
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