Basket B, la Rekico è in quarantena, rebus calendario: "Dovremo giocare 5 partite in 14 giorni"

Romagna | 18 Febbraio 2021 Sport
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Valerio Roila
«Nessuno sugli spalti, nessuno in panchina, nessuno palleggia», cantavano Elio e le Storie Tese ormai una vita fa. Il loro parossistico divertissement era riferito ad un mondiale di calcio, quello di Usa ‘94, in cui si paventava uno scarso interesse del Paese ospitante, ma si riadatta alla perfezione per la situazione della Rekico. Come non bastassero infatti le porte chiuse, ora il Covid lascia a casa anche i giocatori, colpiti da uno di quei focolai che stanno ammorbando il genere umano, e costretti dalla Asl a restare in isolamento fiduciario, tutti, positivi e negativi che siano, fino al 23 febbraio. E così le partite da recuperare si accumulano, con lo spazio per i recuperi che si assottiglia, data la necessità di stilare una classifica finale del mini-girone, per eleggere la partecipante alle Final Eight di Coppa.
Ciò imporrà ai neroverdi un vero tour de force, al ritorno sul parquet: se la prossima settimana i Raggisolaris avranno il numero minimo di giocatori «sani» per scendere in campo (otto), il programma prevede di giocare regolarmente il derby di Rimini domenica 28, per poi recuperare mercoledì 3 marzo ad Alessandria (originariamente in programma questa domenica), quindi al PalaCattani domenica 7 con Oleggio e mercoledì 10 con Omegna, per chiudere infine sabato 13 la prima fase a Cesena. Totale: cinque partite in 14 giorni, con appena quattro giorni di tempo per la «riattivazione» tra la fine della quarantena e la disputa del primo match. «Purtroppo, il virus ha fatto visita anche a noi - sospira il general manager Andrea Baccarini - ma i ragazzi sono tutti asintomatici, quindi spero tornino in forma in fretta. Voglio guardare il bicchiere mezzo pieno, pensare sia meglio che sia successo ora, con tempo per recuperare, che non durante i playoff, che avrebbe potuto significare la fine dei giochi». Il «carogna-virus» vi ha fermato quando eravate in testa alla classifica, riprendere il passo non sarà facile: «Si tratta di una situazione nuova per società, staff tecnico, preparatore e squadra. Non resta che adeguarsi, procedendo ad una riatletizzazione, per poi tornare in condizione giocando. L’importante sarà non cercare alibi o piangersi addosso, e non perdere entusiasmo e determinazione. Sconfiggere questo particolare avversario deve regalarci motivazione aggiuntiva, pur nell’oggettiva difficoltà di giocare una partita ogni tre giorni».
Cos’ha detto finora il campionato? Siete stati stupiti in particolare in modo positivo o negativo? «Il nostro mini-girone è di un livello molto alto. Alle corazzate note, come Rimini, Imola e Omegna, si sono affiancati team ben allenati e con atleti di prospettiva come Alba, con cui non è scontato vincere, oppure stelle a sorpresa, seppure ora un po’ offuscate, come Oleggio, ed anche Cesena pare sulla giusta via. Il tutto si tramuta in grande equilibrio e la strada è ancora lunga: abbiamo giocato 9 partite su 22». Buttando un occhio all’altro mini-girone, c’è qualche match che la intriga? «La seconda fase mi sembra lontanissima, deve ancora esserne confermato il calendario, ma ho visto una San Miniato solida ed asfissiante. Saranno belle anche le sfide con Chiusi e Livorno, costruite con criterio per fare un campionato di vertice, e temo anche Piombino, che ha patito vicissitudini negative di infermeria ma si riprenderà».
Quanto sta pesando l’impatto del Covid sulla situazione societaria? «A botteghino c’è un ammanco di qualche decina di migliaia di euro che ci avrebbero fatto comodo. Ma l’avevamo messo in preventivo e ormai temo sarà così fino alla fine. Stringiamo i denti e andiamo avanti, riusciamo comunque a sentire il calore dei nostri tifosi, seppure a distanza».
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