Volley: Ricci, Mengozzi e la «scuola di Ravenna» che continua a funzionare in Superlega

Ravenna | 15 Giugno 2019 Sport
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Marco Ortolani
La presenza numerica di Ravenna nel massimo campionato di pallavolo ha conosciuto certamente momenti migliori, quando ad esempio ci volevano le dita di molte mani per contare allenatori, dirigenti, giocatori e giocatrici in forza alla squadra della città o magari alle avversarie. 
Ora la Consar Ravenna si appoggia a Stefano Marchini e al nuovo arrivo Francesco Recine (il cui padre Stefano è direttore sportivo a Perugia), oltre all’allenatore Bonitta, che nella prossima stagione tornerà a guidare il Porto Robur Costa in panchina. In A2 giostrano Calarco (a Grottazzolina) e Pietro Margutti (a Gioia del Colle). In Spagna allena il cervese Piero Molducci (a cui non è riuscita a Ibiza l’impresa di vincere il campionato, riuscita in passato con l’Almeria), mentre Andrea Gardini ha addirittura vinto il campionato polacco e il figlio Davide gioca in una sorta di Superleague statunitense. Luca Sartoretti è ravennate per nascita (il padre Andrea giocava nel Messaggero) e fa parte della rosa di Superlega di Modena. In campo femminile a Ravenna giocherà la ravennate acquisita Bacchi (non sarà confermata Vallicelli) e allenerà Bendandi. «Fuori sede» ci sono in A1 l’ex nazionale Ortolani e Laura Melandri (a Monza), mentre in A2 ci sono Valpiani e Panetoni. 
I due «granatieri» made in Ravenna della Superlega, invece, sono Stefano Mengozzi da Santerno e Fabio Ricci da Cotignola, rispettivamente in forza a Vibo Valentia e a Perugia. Li ascoltiamo durante le loro brevi vacanze in questa sorta di intervista doppia. 
Che bilancio traccia della sua ultima stagione?
Ricci: «E’ stata una stagione entusiasmante, giocata a tutta per i massimi obiettivi, nei più bei palazzetti d’Europa e sempre seguiti dal nostro pubblico eccezionale. Io ho giocato da titolare ed è stato un grande onore, in una squadra di fuoriclasse».
Mengozzi: «Una buona stagione per noi. Siamo partiti forte e i nostri tifosi cominciavano a pensare a qualcosa di più che alla salvezza. Ma quello era il nostro obiettivo e alla fine l’abbiamo raggiunto. Io, a 33 anni, sono stato il terzo nella classifica dei muri, dietro Iosifov e Solè, quindi primo degli italiani, posso esserne soddisfatto».
Qual è stata l’attrazione del campionato?
Ricci: «Senz’altro il mio compagno di camera Leon, un giocatore eccezionale da cui ho imparato tanto».
Mengozzi: «Le premesse di spettacolo erano legate all’arrivo di Leon, alla super Lube, a Zaytsev in campo a Modena… direi che lo spettacolo è stato all’altezza».
Cosa farà l’anno prossimo?
Ricci: «Perugia sta definendo la guida tecnica (Bernardi e il presidente Sirci sono ai ferri corti, ndr) e quindi non posso esserne sicuro, ma penso che resterò qui. Ho un altro anno di contratto e non ho motivo di voler andare via».
Mengozzi: «Ho un altro anno di contratto e resterò a Vibo. Volevo tornare a Ravenna, c’è stato un contatto, ma alla fine purtroppo non se ne è fatto niente. Mi sa che fra ravennati non ci capiamo…».
Cosa le manca di Ravenna?
Ricci: «I nostri raduni al ristorante da Mario con i mitici strozzapreti alla Lillo, non proprio adatti ad una dieta da atleta, ma fantastici».
Mengozzi: «Frequentare i gruppi che si sono formati fra pallavolisti negli anni, il Bagno Adriatico di Tabanelli, le passeggiate in via Cavour per parlare con i tifosi…».
Chiudete con un saluto reciproco.
Ricci: «A Mengo mando un abbraccio e un invito ad occuparsi delle pesche dei suoi terreni (ride, ndr)».
Mengozzi: «A Riccio auguro di fare molto bene con la Nazionale. Poi magari, fra molti anni, verrà anche lui a darmi una mano proprio con le pesche…».
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