Una settimana di eventi fra Dante, Marinetti, Stockhausen e Dubois per Ravenna Festival

Settimana decisamente eclettica per il Ravenna Festival, che tra danza e concerti – la prima sempre con commenti sonori almeno insoliti, i secondi mai solamente mere «esecuzioni» - affronterà secoli di cultura e sperimentazioni sul corpo dell’arte in una manciata di spettacoli esclusivi.

LA DANZA
«Uccidiamo il chiaro di luna (1997-2015). Danze, voci, suoni del Futurismo italiano», in scena giovedì primo giugno al teatro Alighieri alle 21, con i danzatori della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi impegnati della coreografia di Silvana Barbarini è uno degli spettacoli che meglio raccontano le rivoluzioni, fil rouge del Ravenna Festival 2017.
Con musiche e testi di Filippo Tommaso Marinetti, i «testi fonetici» di Giacomo Balla e gli immancabili e sempre spettacolari intonarumori di Luigi Russolo lo spettacolo sarà tutto fuorché prevedibile ma perfettamente filologico, poiché Silvana Barbarini fu allieva di Giannina Censi, ballerina scoperta da Filippo Tommaso Marinetti.
Danza anche giovedì 8 giugno, alle 21.30 al pala De Andrè, con le Le Ballet du Nord alle prese con Les mémoires d’un seigneur, creazione del grande coreografo Olivier Dubois con estratti dal Caligola di Albert Camus (1944) e da De morali principis institutione di Vincent de Beauvais (1263). Dubois si conferma un esploratore ardito della zona oscura dell’umano ed è pronto a scuotere il pubblico con paesaggi umani, formati da uno stuolo di amateurs non professionisti intorno alla figura solitaria di un uomo, leader o tiranno.

LA MUSICA
Caratteristica delle rivoluzioni musicali esplorate del Festival 2017 è quella di focalizzare sia quelle recenti, novecentesche, che quelle più remote. Esemplare sarà in tal senso, domenica 4 alle 21 a Sant’Apollinare in Classe il concerto Controcanti, che propone un viaggio «Dal fasto policorale di Giovanni Gabrieli al minimalismo ascetico di Arvo Pärt». Il coro Costanzo Porta & Ensemble Cremona Antiqua diretto da Antonio Greco racconterà a modo suo l’evoluzione della policoralità sacra, dalla magniloquenza dei Gabrieli all’essenzialità di Pärt.
Karlheinz Stockhausen è invece un simbolo dell’avanguardia musicale novecentesca. Il compositore tedesco sarà omaggiato martedì 6 alle 21 all’Almagià con il concerto «Harlekin», brano del 1975 eseguito dalla clarinettista Roberta Gottardi, chiamata a dar vita allo strumento, fondando codici diversi – suono, mimo, danza – in un flusso di senso unico e originale lungo il quale si snodano le metamorfosi del protagonista, da «messaggero di sogno» a «buffone burlone» fino a «esaltato spirito rotante».

I GIOVANI E DANTE
Il sotto-programma dei «Giovani artisti per Dante» propone, dall’1 al 7 giugno alle 11 agli Antichi Chiostri Francescani lo spettacolo della Compagnia Carnevale Ricorditi di me che son la Pia. La pièce, in lingua italiana e francese, è dedicato a Pia De’ Tolomei, personaggio tra i più misteriosi della Commedia, svelato attraverso una galleria di ritratti destinati a creare un elegante mosaico lungo le arcate del chiostro ed esaudire così la delicata e disperata richiesta di Pia: lasciare una traccia di sé ed essere ricordata.