Tre virtual tour per le mostre su Dante. Parla Salerno, curatrice di uno degli eventi

Ravenna | 15 Febbraio 2021 Cultura
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Elena Nencini
Il mondo della cultura, a causa dell’epidemia Covid 19, è stato costretto a re-inventarsi: la chiusura di mostre e musei ha infatti pesantemente influito sul modo di fruire proprio di queste attività. Anche a Ravenna si sono dovute trovare delle alternative, in attesa di tornare alla normalità e di poter vedere finalmente le tre mostre (una è ancora visibile alla Classense, le altre apriranno dopo l’estate o il prossimo anno, molto è ancora da stabilire) sono stati creati dei virtual tour, realizzati dal Museo d’arte della città di Ravenna (Mar) con Zeranta Edutainment srl. Le mostre in questione sono all’interno del progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente che Ravenna propone per il Settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta: Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il secentenario della morte di Dante, curata da Benedetto Gugliotta, presso la Biblioteca Classense; Le Arti al tempo dell’esilio curata da Massimo Medica, presso la chiesa di San Romualdo; Un’epopea pop presso il Mar, curata da Giuseppe Antonelli con una sezione dedicata all’arte contemporanea curata da Giorgia Salerno.
Salerno ci racconta quali sono state le scelte effettuate e le anteprime che potremo vedere virtualmente, in attesa dell’apertura delle esposizioni.
Salerno, di cosa si tratta esattamente?
«E’ un progetto assolutamente innovativo, una piattaforma a cui si accederà solo tramite un link dal sito del Mar e della biblioteca Classense. E’ un pacchetto di una vera e propria offerta culturale web: si decide quale dei tre luoghi espositivi visitare e si ha un percorso ad hoc per ogni mostra. I curatori infatti hanno creato dei percorsi virtuali dove il parlato si accompagna alle immagini, una selezione delle opere che saranno in mostra. C’è una differenza sostanziale tra il tour realizzato per Inclusa flamma est che è una mostra che ha già un allestimento, mentre le altre due - che naturalmente sono ancora dei work in progress e quindi non hanno un allestimento - nascono in questa piattaforma come mostre native digitali. Per le esposizioni a San Romualdo e al Mar si tratta infatti di una vera e propria anteprima promozionale».
La parte che ha curato nella mostra dedicata agli aspetti più pop di Dante cosa presenterà?
«Sarà un vero e proprio percorso di arte contemporanea. Ho scelto dei temi chiave che ho rintracciato nella Commedia e attraverso questi ho scelto degli artisti che li rappresentassero, anche se non si sono ispirati direttamente a Dante. Si tratta di cinque filoni le Anime, il Viaggio, il Sogno, le Figure femminili, la Luce. Si tratta di un vero e proprio lavoro curatoriale con un accostamento  concettuale: l’arte contemporanea può rileggere perfettamente le tematiche dantesche. Nel chiostro del museo, per il tema Anime, ci sarà Sacral di Edoardo Tresoldi, ispirato proprio alla Divina Commedia, una grande architettura che rilegge il Castello degli Spiriti magni dell’Inferno in cui   i visitatori potranno entrare e vivere idealmente il viaggio dantesco. L’idea è rendere l’arte partecipativa. E così nelle altre tappe: il viaggio è simbolico, il padre della Land Art Richard Long presenterà un cammino in pietra lungo 6 metri, molto evocativo che si accoppia a un grande pannello in fango, frutto del recupero di materiali dalle terre che l’artista visita. Pertinente ed evocativo rispetto al viaggio del grande Poeta. Noi raccontiamo e ripercorriamo le tappe dell’opera dantesca in una chiave più concettuale e attuale. Nella sezione delle figure femminili ho scelto una selezione di artiste internazionali, come Kiki Smith e Rä di Martino, e di opere provenienti dalle collezioni del Museo come Elisa Montessori e Giosetta Fioroni, per rappresentare le donne incontrate da Dante. La Smith reinterpreta la figura di Santa Lucia, protettrice della vista,  a cui Dante è devoto dopo aver sofferto di una malattia gli occhi, come descritto nel Convivio, e che il poeta sceglie di citare probabilmente come protezione per cio che sarà costretto a vedere nell’Inferno. Mentre Rä di Martin rilegge Piccarda, la prima donna che il Poeta incontra nel cielo della Luna, il pianeta che conferisce agli uomini aspetto di fantasmi. Accanto alle opere sono accostate piccole citazioni, brevissime dalla Commedia. Per il tema del Sogno non potevano mancare le 34 tavole dell’Inferno di Robert Rauschenberg. Chiude idealmente la mostra e il percorso del tema della Luce Gilberto Zorio con Stella-Acidi, opera del patrimonio del museo, un riferimento che ci ricorda le stelle così care a Dante e alle quali lascia il compito di concluder ogni cantica».
La pandemia ha alzato barriere ad un modo di usufruire dell’arte, ha aperto anche nuovi orizzonti?
«Assolutamente si, come argomento complessivo tende a fare una selezione su chi riesce a comunicare attraverso il web: la comunicazione web viaggia su termini differenti rispetto al mondo ante Covid. Stiamo tutti sperimentando modi diversi: da curatore devo immedesimarmi anche nei panni di chi è chiuso in casa e capire come dargli un’informazione maggiormente completa.
E’ un percorso in divenire che permette di sperimentare nuove realtà, sia come virtual tour che per quanto riguarda gli aspetti tecnologici come la visita 3d. Perché non ipotizzare anche da casa una tale percezione? Bisogna ripensare le modalità. Anche la piccola promozione che abbiamo fatto a gennaio, La cultura non chiude. Ci rivediamo presto al Mar, non era principalmente interattiva, ma è stato un modo per essere presenti nella realtà del quotidiano, così come attraverso il web, per  entrare nelle case delle persone e rimanere in contatto con loro». 
Ci sono delle opere che è riuscita ad ottenere delle quali è particolarmente entusiasta?
«E’ un progetto in divenire, con nomi in fase di definizione, ho dovuto rimodulare molto del progetto iniziale a causa della riprogrammazione della mostra per l’emergenza sanitaria. Però Richard Long e Edoardo Tresoldi sono due artisti di cui vado fiera. Sono due punti fermi, ma all’opposto: Tresoldi non ha nemmeno 40 anni, ha avuto l’intuizione di realizzare architetture leggerissime e di grande impatto che dialogano perfettamente con l’ambiente circostante. E’ l’arte contemporanea italiana di oggi. Dall’altra parte invece uno dei capisaldi della storia dell’arte contemporanea, Long: nel 1978 Alberto Sordi, nel film Le vacanze intelligenti, andava con la moglie alla Biennale di Venezia e ‘incontrava’ proprio un’opera di Richard Long».
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